Balcani, in Bosnia Erzegovina più vicino il rischio secessione

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Serbia, votata una mozione per abbandonare le istituzioni che tengono insieme la Bosnia Erzegovina. Il provvedimento deve passare al vaglio del Senato

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Balcani senza pace. La Camera dei rappresentanti serba ha votato per ritirare la Repubblica di Serbia dalle tre principali istituzioni (l’esercito, la magistratura e il fisco) che tengono insieme la Bosnia ed Erzegovina.

La mozione non vincolante deve ancora essere approvata dal Senato, ma l'indebolimento dell'autorità centrale e la secessione potrebbero essere dietro l'angolo.

Negli ultimi tempi, il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik ha sollecitato con insistenza la separazione della Republika Srpska dalla Federazione.
"La più grave crisi del dopoguerra", l'ha definita l'Alto Rappresentante delle Nazioni Unite in Bosnia, Christian Schmidt.

Nonostante sia altamente improbabile che i cambiamenti annunciati entrino in vigore presto, c'è il timore che l'attuale retorica e le mosse della Republika Srpska possano spingere la Bosnia in una crisi ancora più profonda.

Durante una cerimonia di consegna di nuovi elicotteri dagli Stati Uniti, Sefik Dzaferovic, membro della presidenza bosniaca, ha avvertito che la politica di Dodik è la "strada sbagliata" e ha invitato Stati Uniti ed Unione europea a prendere provvedimenti contro di lui e la sua corrente scissionista.

Washington ha già imposto un divieto di viaggio e il congelamento dei beni di Dodik e sia i funzionari americani che quelli tedeschi hanno recentemente minacciato altre sanzioni.

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