Sudan, dopo il golpe si rischia una catastrofe. Gli appelli alla comunità internazionale

Sudan dopo il golpe
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Di Debora Gandini
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Governo agli arresti, morti e feriti tra gli attivisti, paese isolato, ambasciate chiuse e nessuno per le strade. Ora il Paese chiede alla comunità internazionale di non essere lasciato solo

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Prima il colpo di Stato, poi le manifestazioni di piazza. Ora il blocco degli aiuti e una raffica di arresti. Il Sudan si trova in un momento in cui la transizione democratica sembrano essere fallita, con i militari guidati dal generale Abdel Fattah al-Burhan. che hanno attuato in golpe contro il governo di transizione nato dopo la rivoluzione del 2019, che aveva rovesciato la dittatura di Omar al-Bashir.

Alcune delegazioni hanno espresso grande preoccupazione su ciò che sta accadendo in Sudan, ha dichiarato Ammar Mahmoud della Missione Permanente del Paese presso le Nazioni Unite. Pur comprendendo tale stato d’animo ribadiamo la necessità che la comunità internazionale, e soprattutto il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, continuino a fornire il proprio sostegno al popolo sudanese in un momento così delicato. Il Paese si trova a un bivio, cercando di far fronte alle posizioni dei civili, dei diversi partiti civili e dei militari.”

Dopo il colpo di Stato, la Banca Mondiale ha deciso di sospendere gli aiuti economici al Sudan, facendo pressione sui militari affinché restituiscano il potere ai civili. Il congelamento degli aiuti potrebbe avere conseguenze disastrose per un paese che da tempo si trova in una gravissima situazione economica.

Il Sudan aveva iniziato a ricevere fondi lo scorso marzo, dopo trent’anni: finora sono arrivati circa 3 miliardi di dollari, destinati alla ripresa economica e sociale. Senza dimenticare la questione del Sud Sudan.

Il difficile dialogo con il Sud Sudan

Un decennio dopo la secessione, i due paesi avevano stabilito di riprendere relazioni commerciali e abbattere i muri politici che hanno finora indebolito le rispettive economie e pesato sulle comunità alla frontiera., Un riavvicinamento che secondo il Rappresentante Permanente del Sud Sudan Akuei Bona Malwal è avvenuto anche per volontà di Khartoum. Ora quel sistema è crollato. La speranza, dice, è che si possa proseguire sulla strada del dialogo intrapreso.”

Una fragile democrazia

Il golpe è arrivato dopo mesi di tensione tra gruppi militari e civili, chiamati a condividere il potere dopo la destituzione da parte delle Forze di Libertà e Cambiamento nel l’aprile 2019 dell’ex leader Omar al-Bashir. La comunità internazionale, con a capo gli Stati Uniti, aveva sostenuto un governo di transizione composto da politici e alcuni deputati delle milizie locali.

Due anni di discussioni e manifestazioni finiti il 21 settembre scorso, quando un tentativo di golpe per mano di alcuni miliziani aveva riportato la tensione tra le strade delle città. Da una parte i sostenitori di al-Bashir davanti al Parlamento chiedevano la destituzione di tutti i ministri di transizione. Il premier Abdallah Hamdok per sedare la tensione aveva annunciato per il 17 novembre 2021 elezioni libere e democratiche come richieste dal popolo.

Ora i militari sono soli al comando. Anche il capo del governo è stato arrestato e condotto in un luogo sconosciuto mentre la folla ha deciso di aderire a scioperi e manifestazioni. I civili continuano a resistere in nome della democrazia.

Risorse addizionali per questo articolo • Associated Press

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