Lobby delle armi: il governo messicano cita in giudizio i produttori e distributori di armi statunitensi: "Favoriscono il traffico illegale e l'ascesa dei cartelli criminali"
L'osmosi è a senso unico. Si chiude la frontiera tra Stati Uniti e Messico per frenare i flussi migratori clandestini; si apre per il traffico di armi - non lecito - verso il territorio messicano.
Contro il business delle armi da fuoco, il governo di Città del Messico ha citato in giudizio 10 società statunitensi - tra cui Smith & Wesson, Beretta USA, Glock e Colt’s Manufacturing.
"Otterremo di ridurre drasticamente il traffico illecito di armi verso il Messico, poiché coloro che producono, promuovono e incoraggiano questo business dagli Stati Uniti non possono rimanere impuniti - ha detto Marcelo Ebrard, ministro degli Esteri messicano - Che le imprese cessino le loro pratiche negligenti che causano danni in Messico e causano morti in Messico".
Secondo il governo, la mancanza di controlli nella vendita di armi da parte di produttori e distributori statunitensi ha alimentato il traffico illegale e l'ascesa dei dei cartelli della droga in Messico.
Il problema è noto anche al Dipartimento di Giustizia Usa: un report statunitense registra che circa il 70 per cento delle armi in possesso delle organizzazioni criminali in Messico è prodotto e distribuito da società statunitensi. Il meccanismo è noto: le armi vengono infatti acquistate da cittadini americani senza precedenti penali, che possono comprarle con poche restrizioni e che poi rivendono in Messico.