I talebani e la strategia dei dazi

Reclamano dazi a uno dei principali crocevia d'accesso delle merci in Afghanistan. Conquistato circa due settimane fa il posto di frontiera di Chaman, i talebani ufficializzano il controllo della via per Kandahar, la seconda città del Paese, con l'istituzione di una propria dogana e il rilascio di documenti in nome dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan.
Afghanistan-Pakistan: "Talebani, funzionari, banditi: per passare bisogna pagare tutti"
Molti trasportatori lamentano un'esplosione dei costi necessari ad attraversare la frontiera. Da una parte, insorti e funzionari governativi tassano separatamente i commercianti in transito. Dall'altra, gruppi di varia natura chiedono tangenti per consentire il passaggio sicuro delle merci. "Abbiamo caricato l'uva a Kandahar e ci hanno estorto del denaro più volte - racconta un autotrasportatore -. Prima in tre diverse occasioni, per un totale di 4.000 afgani, circa 50 dollari americani. E poi, i talebani ci hanno fatto pagare tre volte tanto".
Controllare gli accessi commerciali, per riempirsi le tasche. La strategia talebana
Migliaia i veicoli che passano ogni giorno da Chaman, nel Pakistan sud-occidentale, per raggiungere Spin Boldak, sul versante afghano della frontiera, trasportando merci destinate a Kandahar. In senso inverso traghettano invece abitualmente i prodotti agricoli diretti a mercati o porti del Pakistan: un commercio bilaterale da centinaia di milioni di dollari all'anno. Ed è mettere le mani su questo tesoro, l'apparente obiettivo della recente strategia talebana. In concomitanza con il disimpegno internazionale dall'Afghanistan, hanno di recente preso il controllo di posti di frontiera chiave anche con l'Iran, il Tagikistan e il Turkmenistan.