Pegasus, l'esperto: "probabile la condivisione dei dati con Israele"

Questa illustrazione mostra uno smartphone con il sito web del gruppo israeliano NSO che presenta lo spyware 'Pegasus'
Questa illustrazione mostra uno smartphone con il sito web del gruppo israeliano NSO che presenta lo spyware 'Pegasus' Diritti d'autore JOEL SAGET/AFP or licensors
Di Diego Malcangi
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Parla Alberto Pelliccione, tra i più brillanti sviluppatori italiani, che lasciò la milanese Hacking Team prima che fosse coinvolta in uno scandalo simile

PUBBLICITÀ

Decine di politici e figure pubbliche spiate dalle intelligence di mezzo mondo, attraverso un software messo a punto dalla società israeliana NSO. Ma come è regolata la sua vendita e quali funzioni di controllo ha esercitato in questo caso il governo israeliano? Lo abbiamo chiesto ad Alberto Pelliccione, tra i più brillanti sviluppatori di software italiani, che abbandonò per ragioni etiche la milanese Hacking Team, coinvolta in seguito, nel 2015, in uno scandalo simile. Ha poi fondato ReaQta, azienda di cybersicurezza basata nei Paesi Bassi, di cui è ad oggi CeO.  

Vi proponiamo qui la versione integrale dell'intervista, che spazia dai rischi informatici per la società alle limitate possibilità di rispondere agli attacchi fino al controllo degli Stati e al caso Pegasus

"È il governo - spiega Pelliccione - che decide a chi vendono e a chi non vendono. Tuttavia, da quanto emerso dai giornali, sembra che a volte siano riusciti a vendere senza passare attraverso il governo e senza richiedere neppure l'autorizzazione. Che vendano sempre ad attori statali o pubblici, questo è auspicabile ma non possiamo garantirlo ed è una domanda a cui è difficile rispondere. A loro conviene non uscire dal seminato in queste situazioni, perché il rischio è molto grande e del resto NSO è, in questo senso, sotto i riflettori da molto tempo".

"D'altra parte - continua - c'è anche una forte pressione dal lato statale, perché loro sono estremamente protetti dal loro governo, il che è comprensibile visto che il volume di introiti che producono è assolutamente notevole. L'impressione è che tendano a muoversi in maniera pulita, nel senso che cercheranno di vendere esclusivamente ad attori pubblici. Ma quello che poi l'attore pubblico fa con il prodotto è totalmente un altro discorso".

Il ruolo di Israele

Il premier israeliano Naftali Bennet, divenuto milionario proprio lavorando nell'industria dell'hi tech e della cyber sicurezza, ha annunciato l'avvio di un'indagine sul caso.

Secondo Pelliccione, però, non è improbabile che Nso condividesse informazioni con il ministero degli interni israeliano.

"Non sarei assolutamente stupito - spiega - se venisse fuori che loro condividevano dati di intelligence con il Ministero locale. A quale grado poi avvenga questa condivisione non ci è dato saperlo: sicuramente loro dichiareranno, e non potrebbero fare diversamente, di non operare alcun tipo di condivisione in questo senso; ma il sentore, a guardare la situazione nell'insieme, è che questo a qualche livello avvenga".

Sono già una decina i governi dei quali si conosce con certezza l'utilizzo di Pegasus: tra questi figura anche l'Ungheria di Viktor Orban, mentre il presidente francese Emmanuel Macron compare nell'elenco dei possibili obiettivi, da parte dell'intelligence marocchina

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Pegasus: telefonini spiati dei politici, il Parlamento Ue vuole vederci chiaro

Budapest, manifestanti anti-Pegasus in piazza per chiedere risposte al governo

Eurovision, Israele presenta una nuova canzone dopo le accuse di politicizzazione