Il piatto nazionale messicano - a base di peperoni poblano, carne di maiale e salsa di noci - di color rosso, bianco e verde (come la bandiera) - fu preparato per la prima volta il 24 agosto 1821, per il Trattato di Cordoba, che sancì l'indipendenza del Messico dalla Spagna
Cibo tex-mex e storia vanno a braccetto.
Il piatto nazionale della cucina messicana, i "Chiles en nogada", è pronto a modernizzarsi, dopo 200 anni di storia.
Nuovi ingredienti e nuove composizioni: pizza, tortilla chips e persino gelato.
Cibo, storia, tradizione
La base, naturalmente, è composta da peperoni poblano, carne di maiale (e, in parte, manzo) e salsa di noci, ma per il resto gli chef messicani stanno sperimentando di tutto, sotto lo sguardo dei puristi della cucina che storcono il naso.
Con i suoi ingredienti rossi, bianchi e verdi, il piatto rappresenta perfettamente la bandiera messicana.
Il gelataio Gerardo Morales spiega:
"Il chile en nogada non era mai stato trasformato prima: se il gelato non avesse funzionato e se fosse stato un disastro, nessuno avrebbe continuato a farlo. Oggi siamo in un epoca in cui bisogna innovare, non distruggere, la tradizione".
La storia in un piatto
Il celebre piatto usa tradizionalmente circa 30 ingredienti, a cominciare dal "chile poblano", coltivato principalmente nello stato di Puebla".
"Il chile contiene frutta di stagione come la pera, la pesca creola e la mela panochera, che è diversa dalla mela tradizionale, per la sua consistenza dura", spiega Olga Mendez, membro del comitato costituito a Puebla per celebrare il bicentenario.
Secondo i resoconti storici, il piatto fu servito ad Agustin de Iturbide, il primo sovrano del Messico indipendente, quando passò per Puebla dopo aver firmato il Trattato di Cordoba, che stabiliva l'indipendenza del Messico dalla Spagna, il 24 agosto 1821.
La data ufficiale di indipendenza è il 16 settembre.
"I chiles si combinano con mandorle, uva passa, cannella, cumino, origano e zucchero di canna, e si aggiungono carne di maiale e manzo macinati", spiega la ricetta tradizionale.
Il piatto è nato in quella che è conosciuta come la "cucina del convento" di Puebla, dove le suore spagnole e i loro aiutanti indigeni creavano ricette leggendarie, combinando ingredienti di entrambe le tradizioni.
I "chiles en nogada" si mangiano tradizionalmente tra luglio e settembre, la stagione ideale per il raccolto di melograni, noci e peperoni poblano.
La chef Lúlu Reyes, proprietaria con il marito Gerardo Castillo del ristorante "La Birula" ad Atlixco:
"È sempre chile en nogada, ma presentato in modo diverso. È ancora un chile, un piatto che vuole ancora essere parte della nostra tradizione".
Versioni e varianti
A Città del Messico, nel frattempo, alcuni ristoranti offrono versioni vegetariane e vegane del chile en nogada. Per non parlare della "variante" pizza e hamburger. Ma quello che tira di più è il gelato.
Per il bicentenario dell'indipendenza i ristoranti messicano sperano di vendere tre milioni e mezzo di "chiles en nogada".