Una bugia per screditarci, non interferite. Pechino contro l'inchiesta francese su big dell'abbigliamento e presunto lavoro forzato degli uiguri
4 big dell'abbigliamento accusati di "occultamento di crimini contro l'umanità"
"Una bugia costruita ad arte per screditarci. Non si interferisca nelle nostre questioni interne. Pechino replica all'apertura dell'inchiesta in Francia, contro quattro giganti dell'abbigliamento, accusati di "occultamento di crimini contro l'umanità" perché sospettati di sfruttare il lavoro forzato degli uiguri, minoranza musulmana perseguitata in Cina.
Pechino: "Bugie inventate per screditarci. Non interferite"
"Abbiamo sottolineato a più riprese - ha detto Wang Wenbin, Portavoce del ministero degli esteri cinese - che il presunto lavoro forzato nello Xinjiang è una menzogna inventata da un ristretto numero di elementi anti-cinesi degli Stati Uniti e di pochi altri paesi. Ci opponiamo a qualsiasi forza esterna che interferisca nei nostri affari interni e confidiamo nel fatto che non ci lasci ingannare dalle menzogne su questo presunto lavoro forzato".
Nel mirino anche il gruppo a cui fa capo Zara
L'inchiesta prende le mosse da un rapporto stilato nel 2020 dalla ONG, Australian Strategic Policy Institute. Una denuncia, su queste basi, è stata sporta ad aprile dalla associazione anticorruzione Sherpa, dal collettivo di moda etica "Éthique sur l'étiquette" e dall'Istituto Uiguri d'Europa, insieme a una donna uigura che denuncia di essere stata vittima di lavori forzati nella provincia cinese dello Xinjang. I marchi chiamati in causa nella denuncia sono lo spagnolo Inditex (a cui fanno tra l'altro capo i marchi Zara e Bershka), il marchio di scarpe Skechers, quello di proprietà giapponese Uniqlo France e il francese SMCP.