Lettera aperta del premier italiano contro le discriminazioni di genere. Insieme a Merkel, Macron e altri leader UE, Mario Draghi scrive a Bruxelles per difendere i diritti delle persone LGBT: "Le future generazioni crescano in uguaglianza e rispetto"
Cari amici vi scrivo, così mi chiarisco un po'. Potrebbe riassumersi e parafrasarsi così, l'intervento con cui il premier Mario Draghi ha sottoscritto, insieme ad altri sedici capi di stato e di governo una lettera aperta ai vertici delle istituzioni europee sulla lotta alle discriminazioni di genere e per l'affermazione dei diritti fondamentali della comunità Lgbt.
Draghi in Senato: "Italia Stato laico. Sufficienti garanzie perché si rispetti il Concordato"
Un tema che vicende domestiche e polemiche sul ddl Zan, lo avevano poco prima portato ad affrontare anche in Senato. "Il nostro è uno stato laico, non uno stato confessionale. Il Parlamento è libero di discutere e di legiferare. Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie che le nostre leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il concordato con la Chiesa".
Ali del movimento LGBT bocciano Draghi: "Parole pilatesche"
Ali del movimento Lgbti non si accontano delle parole di Draghi e le bollano come "pilatesche", mentre il centrodestra reclama modifiche al ddl per aggirare la definizione dell'identità di genere e il nodo caldo della Giornata nazionale contro omofobia e transfobia. A mettere il fuoco alle polveri, lo ricordiamo, una nota senza precedenti, con cui la Segreteria di Stato Vaticana individuava nel testo violazioni dell'accordo di revisione del Concordato. Mai, finora, la Santa Sede era intervenuta contestando apertamente una legge ancora in discussione.