Architettura, da Londra alla Sardegna: diversi scenari per un 'Bosco Verticale'

Grenfell Tower, Londra
Grenfell Tower, Londra Diritti d'autore AFP
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Il legame tra l'uomo e la natura nel lavoro dell'archistar Stefano Boeri, che a Ulassai in Sardegna inaugura la mostra "Sii Albero"

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4 anni sono trascorsi dall'incendio alla Grenfell Tower di Londra e, entro l'estate, il governo britannico deciderà cosa fare dello scheletro dell'edificio in cui persero la vita 72 persone, tra cui due italiani. L'idea di demolirlo incontra la ferma resistenza dei parenti delle vittime, riunite nell'associazione Next of Kin, che si è rivolta all'archistar Stefano Boeri: "nella torre bruciata - dicono - ci sono le ceneri dei nostri cari".

Bussare alla porta di Boeri è stato consequenziale, se si guarda al lavoro fatto dal suo studio a Milano per il 'Bosco Verticale', una soluzione architettonica divenuta celebre in tutto il mondo: un edificio che respira, con le sue facciate verdi e i balconi piantumati.

Piantare alberi tra le rovine della Grenfell Tower è dunque quello che chiedono i parenti delle vittime nel quarto anniversario del rogo. Da icona del dolore, la torre potrebbe così diventare, nei cieli di Londra, un monumento alla natura viva e alla biodiversità.

Da Londra alla Sardegna

Alla Stazione dell’Arte, domenica 20 giugno 2021, è stata inaugurata “Sii albero”, una mostra inedita che ripercorre, per la prima volta in Sardegna, il lavoro e la filosofia di Stefano Boeri in dialogo con le opere e la poetica dell'artista sarda Maria Lai.

**"Sii albero". **La mostra è organizzata dalla Fondazione Stazione dell'Arte con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna. Curata da Davide Mariani, direttore del museo 'Stazione dell'Arte', "Sii albero" nasce con l’intento di integrare due discipline, l'architettura e l'arte visiva, affiancando due figure che hanno messo al centro della loro produzione una nuova visione di comunità, l'architetto Stefano Boeri e l'artista Maria Lai.

"Se l’attività di Boeri è nota per la continua ricerca di un’alleanza tra esseri umani e natura vivente, con diverse soluzioni architettoniche divenute celebri in tutto il mondo, come i Boschi Verticali, e per un'attenzione particolare rispetto al recupero di quel legame tra uomo e ambiente, in cui la natura diventa facilitatrice dei rapporti umani, come nelle installazioni “urban hugs” e “radura”, anche Maria Lai - dice Mariani  - in più occasioni, ha realizzato opere incentrate sui talvolta fragili equilibri sociali e ambientali".

Il progetto Sii albero si compone di tre momenti interrelati tra loro: l’esposizione nella nuova project room del museo, l’installazione realizzata nel parco e la mostra negli spazi della ex rimessa del treno. 

Il Bosco Verticale nella "Casa delle Janas" a Ulassai, Sardegna

Il bosco verticale, edificio-simbolo del lavoro di Stefano Boeri, trova spazio a Ulassai nella minuta “Casa delle Janas”, la nuova project room della Stazione dell’Arte, che ospita un modello in scala 1:50 di questa nuova architettura della biodiversità.
Nello specifico, degli oltre dieci progetti realizzati nel mondo, viene esposto al museo il prototipo del primo caso, costruito a Milano nell’area Porta Nuova e formato da due torri alte 80 e 112 m che accolgono, nel complesso, 800 alberi (una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco) e che ha già ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il CTBUH Award come miglior edificio alto del mondo conferitogli dal Council for Tall Building e Urban Habitat dell’IIT di Chicago (2015).

Radura, il cerchio della vita

Il ciclo della vita e della natura sono al centro di un altro dialogo tra Maria Lai e Stefano Boeri che questa volta si sviluppa nel parco della Stazione dell’Arte, rispettivamente tra la scultura 'Fiabe intrecciate. Omaggio a Gramsci' (2007) e la micro-architettura temporanea 'Radura degli abbracci' (2017).

L’opera di Lai, alta quasi sei metri, nasce dalla fusione tra due narrazioni, 'Il topo e la montagna' (1931) scritta da Gramsci per i suoi figli durante il periodo di reclusione, e la leggenda della bambina e del nastro celeste che ha ispirato l’artista per la celebre performance collettiva 'Legarsi alla montagna' (1981). Entrambe le storie hanno in comune un momento drammatico in cui ai bambini, come ricorda Maria Lai, è affidato il compito di ricomporre la frattura passato-presente, riconducibile a quella tra uomo e natura.

Oggi, a quello stesso invito risponde Boeri con un prototipo di spazio pubblico, 'Radura degli abbracci', declinazione del progetto Radura (2016), che qui si compone di novantacinque cilindri di legno d’abete di cinque metri di altezza e sei centimetri di diametro, che creano un luogo al contempo permeabile e intimo, in cui i visitatori possono accedere per vivere un’esperienza originale di contatto con la natura, accompagnati dalla suggestiva melodia del violoncello di Piero Salvatori con il brano “Visioni”.

Elisabetta Loi e Sergio Melis | Arasolè/www.arasole.it
UlassaiElisabetta Loi e Sergio Melis | Arasolè/www.arasole.it

Il rapporto tra uomo e ambiente è ulteriormente approfondito negli spazi dell’ex rimessa del treno dove, per la prima volta in un’istituzione museale, viene proiettato il cortometraggio 'Troiane', premiato al Venice Architecture Short Film Festival 2020. La pellicola, diretta da Stefano Santamato e prodotta da Paolo Soravia / The Blink Fish per Stefano Boeri Architetti, racconta, dal punto di vista degli alberi, il viaggio degli abeti divelti dalla Tempesta Vaia del Friuli e “rinati” nella scenografia de Le Troiane di Euripide al teatro greco di Siracusa, seguendoli per oltre 1.500 km, nell’avvicendarsi di paesaggi, colori e suoni.

Il legame tra uomo e natura

Il percorso espositivo si chiude con una selezione di progetti, schizzi, foto e disegni riferiti alle varie installazioni di Radura nel mondo, fino ad arrivare a Radura della memoria, l’ultimo esemplare realizzato a Genova, in seguito al crollo del Ponte Morandi avvenuto nell’agosto 2018. L’intervento è costituito da un podio ligneo circolare del diametro di 50 m, all’interno del quale sono collocate quarantatré specie arboree differenti, in ricordo delle vittime della tragedia e la cui varietà richiama la biodiversità tipica della macchia mediterranea.

La Stazione dell'Arte. La Stazione dell’Arte di Ulassai, nel cuore dell’Ogliastra, in Sardegna, è un museo d’arte contemporanea dedicato a Maria Lai (1919 – 2013). Istituito nel 2006 dall’artista, attraverso una donazione di oltre centoquaranta opere al Comune di Ulassai, il museo, gestito dalla Fondazione Stazione dell’Arte, di cui Maria Lai è stata Presidente onorario a vita, custodisce la più importante e completa collezione pubblica della sua opera e organizza una programmazione espositiva legata ad alcune tematiche per lei centrali, come il rapporto fra arte, comunità e paesaggio.

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