Francia: astensionismo record alle Regionali. Un test cruciale per il Presidente Macron

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Di Debora Gandini
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Alle 17 aveva votato solo il 26,72% degli aventi diritto, facendo sprofondare di 16 punti quello che era stato, nel 2015, un dato già negativo, il 43,01%. Un test cruciale per Macron

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L’astensionismo era previsto. Ma il calo della partecipazione alle elezioni regionali e dipartimentali in Francia si sta rivelando un vero e proprio crollo. Alle 17 aveva votato solo il 26,72% degli aventi diritto, facendo sprofondare di 16 punti quello che era stato, nel 2015, un dato già negativo, il 43,01%.

Un voto questo che per Emmanuel Macron è un test elettorale importante in vista delle Presidenziali del prossimo anno. Consultazioni ritenute cruciali non solo per il capo dell’Eliseo, in calo di consensi, e per il Rassemblement National di Marine Le Pen. Alcuni sondaggi la danno per vincente già al primo turno in Provenza-Alpi- Costa Azzurra.

La République en Marche (LREM), il partito di Macron, alleato al Movimento Democratico e all’Unione dei Democratici Indipendenti, punta al secondo turno sia in Bretagna sia nella Loira. Come hanno fatto notare diversi analisti, dalla metà degli anni Ottanta, la sinistra ha gradualmente conquistato quasi tutte le regioni fino al 2010. Alle ultime regionali del 2015, la tendenza si è però invertita e la destra ha vinto in sette regioni su dodici.

Macron e il suo governo devono rendere conto agli elettori non solo della gestione della pandemia ma anche del post-Covid. La posta in gioco è molto alta per entrambi i due avversarsi. Il momento è particolare per la Francia. Il Paese è uscito da poco da nove mesi di coprifuoco. La gente chiede di tornare a vivere. Molti i settori che risentono di una crisi senza precedenti. E poi vaccini, ripresa economica ed equilibri interni. E la sfiducia dell’elettorato si sta facendo sentire in questo astensionismo.

Per cosa si vota

Oltre ai presidenti delle 12 regioni, saranno eletti i consiglieri regionali e dipartimentali che rimarranno in carica per i prossimi sei anni. I primi vengono scelti con un sistema elettorale misto tra voto maggioritario e proporzionale, i consiglieri sono invece eletti con voto maggioritario a due turni e in un binomio obbligatorio uomo-donna.

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