In molti chiedono che il premio Nobel venga ritirato al premier etiope, ma la cosa è impossibile
Quando Abiy Ahmed è diventato primo ministro dell'Etiopia nel 2018, il Paese era pieno di speranze ed entusiasmo per un futuro migliore. Quest'anno, quella speranza si è trasformata in orrore visto ché le notizie di violenza etnica e guerra hanno sostituito quelle di pacificazione. Il conflitto nel nord dell'Etiopia dura già da diverse settimane e rischia di destabilizzare l'intero Corno d'Africa.
Eletto premier a poco più che 40 anni Abiy Ahmed aveva promesso di portare la pace e lo sviluppo nel paese.
Da lui erano passati in pellegrinaggio laico i grandi della terra fino a che l'accademia del Nobel non aveva deciso di premiarlo con il presitigioso riconoscimento. Un premio che adesso in molti chiedono gli venga tolto, anche se, tecnicamente, questa cosa è impossibile. Non è previsto infatti che l'istituto svedese torni sulle proprie decisioni.
Le rivendicazioni della regione del Tigray che non riconosce l'autorità di Aby Ahmed hanno spinto il premier a ordinare un'offensiva militare dopo che una base nella capitale della regione Tigray, Mekelle, è caduta sotto il controllo di forze separatiste. Operazione che ha però ha provocato un fiume di rifugiati e una nuova crisi regionale dalle conseguenze ancora sconosciute.