Chernobyl, 35 anni fa il disastro. Zelenskiy: "Che sia una zona della rinascita"

Il presidente Zelenskiy durante la cerimonia commemorativa a Chernobyl, Ucraina
Il presidente Zelenskiy durante la cerimonia commemorativa a Chernobyl, Ucraina Diritti d'autore AFP PHOTO /Ukrainian Presidential Press Service
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Di euronews
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Cerimonia in Ucraina in omaggio a quanti perirono nell'incidente nucleare

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Trentacinque anni dopo la catastrofe della centrale nucleare di Chernobyl, gli ucraini commemorano le vittime causate dall'esplosione del reattore numero 4. All'una e ventiquattro del mattino, l'esatta ora dell'incidente, una cerimonia si è svolta ai piedi del momunento dedicato ai vigili del fuoco nella città di Slavutich.

Questa località è sorta dopo l'evacuazione di Pripyat, città di 50.000 abitanti, che si trovava solo un chilometro e mezzo dalla centrale. Trentacinque anni fa questa città oggi abbandonata era piena di vita. Persone che ci abitavano, lavoravano, bambini che giocavano per le strade. Siamo nella zona di esclusione, in Ucraina. 

Il governo ucraino ha avviato le pratiche per la richiesta all'Unesco del riconoscimento del sito come patrimonio dell'umanità. Da anni, infatti, il luogo è meta turistica. Solo nel 2019 (anche a causa del successo di una serie televisiva) 120.000 persone hanno visitato la centrale. 

"Per tutti noi oggi, Chernobyl è una sfida comune, che richiede un'azione comune per il futuro e la sicurezza del pianeta", dice il presidente ucraino durante la cerimonia commemorativa delle vittime del disastro,Volodymyr Zelenskiy. "Il nostro obiettivo oggi è quello di trasformare la zona di esclusione nella zona della rinascita".

Il 26 aprile 1986, il reattore numero 4 della centrale di Chernobyl, esplose durante un test di sicurezza. Per dieci giorni, il combustibile nucleare bruciò, rilasciando nell'atmosfera elementi radioattivi che contaminarono, secondo alcune stime, tre quarti dell'Europa, ma soprattutto Ucraina, Bielorussia e Russia. Secondo gli esperti, l'onda lunga del disastro produce conseguenze ambientali ancora oggi, e tutte le ricerche seguite all'incidente dimostrano che la radioattività è ancora presente nella zona interessata.

Non è chiaro il numero delle vittime, ma secondo un rapporto di Greenpeace sarebbero almeno 100.000.

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