Corea del Sud: respinta la mozione delle "donne di conforto"

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La questione richiama alla memoria il dramma delle decine di migliaia di giovani sudcoreane che, dal 1932 al 1945, furono vittime dello schiavismo sessuale per mano dei militari dell’Esercito imperiale nipponico

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Il Tribunale del distretto centrale di Seul ha respinto la mozione presentata da un gruppo di donne sudcoreane, vittime di schiavismo sessuale per mano dei militari dell’Esercito imperiale giapponese nel secolo scorso.

La sentenza arriva dopo che lo stesso Tribunale, lo scorso gennaio, aveva accolto il ricorso di 12 vittime, etichettate come "donne di conforto", intimando al Giappone di risarcirle.

Ahn Young-joon/AP2007
AP PhotoAhn Young-joon/AP2007

"Tutto questo è davvero oltraggioso - dice Lee Yong-soo, una delle querelanti - indipendentemente dall'esito porterò il caso alla Corte internazionale di giustizia, ci andrò sicuramente: questo è quanto ho da dire".

La decisione ha suscitato delusione tra le donne interessate e le loro famiglie.

La questione richiama alla memoria il dramma delle decine di migliaia di giovani sudcoreane che, dal 1932 al 1945, furono vittime di sfruttamento sessuale col tacito assenso di Tokyo.

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