Prof decapitato: la bugia della ragazza che ha innescato la spirale d'odio

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Di Stefania De Michele
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Paty, la bugia letale alla base della campagna d'odio nei confronti del professore francese decapitato in ottobre

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"Ho mentito" ha detto la 13enne francese le cui dichiarazioni, montate sui social, avevano innescato la campagna d'odio contro Samuel Paty, il professore di storia e geografia decapitato il 16 ottobre scorso per aver mostrato alcune caricature del profeta Maometto. Diversamente a quanto raccontato in prima battuta, la ragazza non era presente alla lezione del docente sulla libertà di espressione. 

Virginie Le Roy, rappresentante legale della famiglia di Samuel Paty, definisce meglio gli sviluppi: "La menzogna è all'origine delle accuse montate contro Samuel Paty: una bugia che - dice - è cresciuta sui social media ed è quindi ascrivibile a una responsabilità. Il dramma che si è verificato è dunque il risultato di una bugia, che si è trasformata in una punizione contro Samuel Paty, che ha assunto altre dimensioni e che, purtroppo, ha portato a questo dramma".

L'adolescente aveva raccontato al padre di aver assistito alla lezione nella quale Paty avrebbe chiesto agli studenti musulmani di lasciare la classe mentre lui mostrava la vignetta. Un'altra ricostruzione sostiene che l'insegnante avrebbe chiesto ai ragazzi musulmani di chiudere gli occhi per evitare turbamenti. 

Mbeko Tabula, avvocato dell'adolescente, sottolinea l'età della giovane e il fatto che le conseguenze delle sue dichiarazioni non fossero prevedibili: "C'è stata questa prima fase di menzogne e c'è questa fase di verità - spiega - Quello che mi interessa oggi è la verità e il fatto che l'opinione pubblica si renda conto che si tratta di una bambina di 13 anni, una giovane che si pente profondamente per quello che è successo e che cerca di ricostruirsi oggi. Questo signore (il colpevole Abdullakh Anzorov, ndr), lei non lo conosce affatto, non l'ha mai incontrato, non era in contatto con lui, non ha mai desiderato la morte del signor Paty".

In seguito alle parole della giovane, che avrebbe mentito per non raccontare i veri motivi della sua espulsione, il padre aveva presentato una denuncia, a cui è seguita la mobilitazione contro il professore.

Il colpevole Abdullakh Anzorov è stato ucciso sulla scena del crimine dalla Polizia. Il presidente francese Emmanuel Macron ha insignito Samuel Paty della più alta onorificenza del Paese, la Legion d’Onore, a titolo postumo.

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