La paura che fa la variante inglese del virus e l'Europa sfodera un nuovo programma

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Di Paolo Alberto Valenti
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L'impatto della variante inglese detta B 1.1.7 è spaventosa nel nord della Francia. Incide anche nel 75% dei casi in Irlanda mentre sta diventando dominante nel resto del mondo

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L'impatto della variante inglese del coronavirus (detta B 1.1.7)  è spaventosa nel nord della Francia. I controlli investono anche le acque reflue. La necessità è quella di monitorare ogni possibile referto.

Quel che preoccupa è l'incidenza dei casi: il 75% in Irlanda, il 45% dei casi del Portogallo, il 30% dei casi nei Paesi Bassi e il 27%  di quelli in Danimarca risalgono tutti al modello inglese B 1.1.7. (che peraltro è stato anche il campione di decessi degli ultimi mesi in Gran Bretagna)

I casi in Francia

Intanto in Francia c'è allarme in diverse zone prevalentemente settentrionali. Nella Mosella il Segretario Generale della Prefettura Olivier Delcayrou ribadisce la necessità di "cartografare"  il virus perchè solo allora  "potremo identificare settori in cui forse ci sono più varianti, più Covid, ovviamente, aumenteremo i nostri test e avvertiremo le popolazioni rafforzando le misure di protezione delle persone": ha detto Delcayrou.

La Fata Morgana nel calo dei casi

Diversi paesi dell'UE hanno osservato un calo dell'incidenza complessiva di SARS-CoV-2 nelle ultime settimane, molto probabilmente a causa dell'impatto di interventi anche farmacologici e grazie ai primi effetti delle vaccinazioni. Tuttavia la generale situazione epidemiologica è ancora molto preoccupante in tutta l'Unione Europea con la maggior parte dei paesi che registra tassi di notifica elevati. Lo certifica il sindaco di Dunkerque Patrice Vergriete che non ha difficoltà a dire che nella sua città il tasso della variante inglese raggiunge  l'80% dei casi covid positivi. E poiché la variante è altamente contagiosa, ha fatto esplodere il numero delle ospedalizzazioni riportando pronto soccorsi e reparti al "tutto esaurito".

Incubatore Hera

L'introduzione del vaccino è iniziata in tutta Europa tuttavia l'incalzare della varianti ha spinto la Commissione europea a lanciare un programma volto a studiare i cambiamenti nel Covid-19. L' "Incubatore Hera" mette in linea diretta laboratori, autorità sanitarie, scienziati e Commissione europea, con importanti fondi dedicati.

La battaglia in Italia

In Italia nonostante una campagna vaccinale avanzata le varianti hanno spinto il ministero della salute ad evitare la riapertura delle piste da sci mentre si moltiplicano in tutto il paese i centri di vaccinazione che si apriranno anche nelle caserme.

La famiglia delle varianti e... i test?

Da quella inglese a quella brasiliana, le nuove varianti "che presentano diverse mutazioni nella proteina spike, non dovrebbero in teoria causare problemi ai test antigenici, in quanto questi rilevano la proteina N". Tuttavia è da tenere presente che anche per la proteina N stanno emergendo mutazioni che devono essere attentamente monitorate per valutare la possibile influenza sui test antigenici che la usino come bersaglio: ha spiegato a chiare note il Ministero della Salute italiano in relazione ai test antigenici rapidi che s'imbattono sulle nuove varianti del virus.

I Paesi Bassi in controtendenza

Stupisce la notizia che ill coprifuoco in vigore nei Paesi Bassi, nell'ambito delle misure di lotta al coronavirus, deve essere immediatamente revocato come sancito da un tribunale dell'Aia in una sentenza appena emessa. Ovviamente lo Stato ha già impugnato la decisione giudiziaria.

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