Le vicine Slovacchia e Ungheria stanno resistendo alla pressione dell'amministrazione Trump affinché sospendano i loro acquisti di prodotti energetici russi.
La Romania è d'accordo con l'"ambizione" del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di chiedere a tutti i Paesi dell'UE di tagliare i loro legami energetici con la Russia in risposta alla guerra in Ucraina, ha dichiarato la ministra degli Esteri rumena Oana Țoiu nel programma 12 minutes with... di Euronews.
"Noi in Romania conveniamo, l'ho detto anche al segretario di Stato Marco Rubio, sul fatto che l'ambizione che il Presidente Trump ha avanzato, ovvero la richiesta ai membri dell'Unione europea, di tagliare le fonti energetiche russe che generano profitti utilizzati per finanziare la guerra, è la decisione giusta", ha spiegato Țoiu.
"La Romania ha preso questa decisione già da un po' di tempo", ha aggiunto.
A settembre Trump ha suggerito che non imporrà ulteriori sanzioni statunitensi alla Russia finché i Paesi dell'UE non smetteranno di finanziare il tesoro di guerra di Putin acquistando gas e petrolio russi. Trump ha anche deciso di imporre i cosiddetti "dazi secondari" all'India per le sue importazioni di petrolio di origine russa e ha minacciato di applicare imposte simili anche ad altre nazioni.
L'UE ha notevolmente ridotto la sua dipendenza dall'energia russa dall'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina nel 2022 e prevede di eliminare completamente questi prodotti entro il 1° gennaio 2028.
Ma Ungheria e Slovacchia continuano a essere grandi importatori di energia russa e hanno resistito alle pressioni di Trump affinché cessassero i loro acquisti.
La questione dovrebbe riemergere la prossima settimana, quando i leader dell'UE si riuniranno per un vertice a Bruxelles. L'esecutivo UE, sotto la pressione di Trump, vuole imporre dazi sul petrolio russo che ancora entra nell'Unione nell'ambito di un 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia, rendendo le importazioni più costose e costringendo sia Budapest che Bratislava a diversificare i fornitori.
Ma il primo ministro slovacco Robert Fico ha già espresso la sua opposizione e potrebbe ostacolare l'adozione delle sanzioni.
La ministra Țoiu ha parlato con Euronews poche ore prima che Donald Trump annunciasse che avrebbe incontrato il presidente russo Vladimir Putin in Ungheria per cercare di risolvere la guerra in Ucraina.
Alla domanda su cosa avesse detto al suo omologo statunitense, il Segretario di Stato Marco Rubio, in relazione alla guerra in Ucraina durante una recente visita, Țoiu ha detto che avevano parlato di una "ambizione comune di contribuire a un accordo di pace in Ucraina" e della loro "riluttanza nei confronti di ciò che vediamo provenire dalla Russia."
"Non vediamo azioni, gesti o decisioni adeguati in questa direzione [della pace]", ha detto riferendosi al Cremlino.
"È per questo che stiamo avendo un dialogo continuo per aumentare la pressione."
Il tempo è "essenziale" per combattere la guerra ibrida della Russia
Nel frattempo, la Romania, che condivide con l'Ucraina il confine terrestre più lungo dell'UE, si trova nel mezzo della guerra ibrida della Russia.
Lo scorso dicembre è stato annullato il ballottaggio presidenziale sulla base di informazioni divulgate che suggerivano l'ingerenza della Russia nella campagna elettorale, che ha visto la vittoria inaspettata al primo turno di un outsider poco conosciuto con posizioni estremiste, Călin Georgescu.
Secondo Țoiu, "quelle minacce non scompaiono".
"Anche se in Romania e in Moldavia, il fronte europeista ha vinto in modo spettacolare (nelle recenti elezioni), crediamo e ci aspettiamo che l'ingerenza continui nel senso che vediamo lo stesso tipo di intenzioni in termini di narrazioni maligne."
"Quindi è molto importante che ci difendiamo non solo a livello nazionale, ma anche a livello di Unione europea e che sosteniamo i Paesi che vogliono entrare nell'Unione europea nello stesso processo."
Il Paese ha inoltre documentato almeno 20 casi di sospetta incursione di droni russi, l'ultimo dei quali all'inizio di settembre, quando un drone ha violato lo spazio aereo della Romania durante un attacco su vasta scala di droni russi sull'Ucraina, costringendo i piloti degli F-16 a decollare in emergenza.
Alla domanda se la Romania fosse pronta ad abbattere i velivoli intrusi considerati una minaccia, la ministra Țoiu ha risposto: "Sì, siamo preparati. Di recente abbiamo modificato le nostre leggi, consentendo ai piloti degli aerei che seguono i droni di sparare, se è il caso. Inoltre, abbiamo modificato la legislazione in modo da consentire ai diversi sistemi di difesa aerea di abbatterli, se necessario.
"È sempre una questione di valutare il rischio che l'effettivo abbattimento del drone non crei più rischi a terra rispetto al potenziale rischio rappresentato dal drone stesso."
Giovedì scorso, la Commissione europea ha presentato un piano per proteggere il suo fianco orientale dalle incursioni dei droni, talvolta definito "muro di droni", che sarà pienamente operativo entro il 2027.
Țoiu ha sostenuto l'urgenza della tempistica. La Romania ha recentemente dichiarato che collaborerà con l'Ucraina per la produzione di droni difensivi che potrebbero essere usati per scoraggiare le incursioni russe lungo il confine rumeno e per sostenere altri Paesi vicini.
"Abbiamo già progetti nel settore privato che sono rumeno-ucraini, nel senso che testano congiuntamente i droni usando le loro conoscenze comuni e hanno inoltre ricevuto recentemente investimenti dagli Stati Uniti", ha detto la ministra Țoiu.
"Vogliamo continuare con ancora più progetti, anche nel settore pubblico, e poterli realizzare non solo per le nostre esigenze in termini di approvvigionamento e capacità militare, ma anche per creare questa offerta insieme al know-how collaudato in combattimento che ora gli ucraini possiedono, al fine di poterla proporre ad altri Stati."