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Nasce il governo Draghi, metà tecnico metà politico

Nasce il governo Draghi, metà tecnico metà politico
Diritti d'autore Andrew Medichini/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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Di Euronews
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Prossime tappe: giuramento dei ministri e voto di fiducia alla Camera e al Senato

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Il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi ha sciolto la riserva e ha presentato al capo dello Stato Sergio Mattarella la lista dei ministri del suo prossimo governo.

L'esecutivo nasce dopo una settimana di consultazioni e con il sostegno di una ampia ed eterogenea coalizione, che va dalla sinistra di LEU alla Lega di Salvini, includendo il PD, Forza Italia di Berlusconi e Italia Viva di Renzi.

Le prossime tappe ora sono quella del giuramento dei nuovi ministri (previsto per sabato a mezzogiorno) e quella del voto di fiducia, fissato per la prossima settimana: martedi al Senato e mercoledi alla Camera.

La lista dei ministri comprende 23 nomi, dei quali 8 donne: Marta Cartabia, Luciana Lamorgese, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Fabiana Dadone, Elena Bonetti, Erika Stefani e Cristina Messa.

Gli uomini sono Dario Franceschini, Andrea Orlando, Federico D'Incà, Vittorio Colao, Renato Brunetta, Massimo Garavaglia, Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini, Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli, Roberto Cingolani, Enrico Giovannini, Patrizio Bianchi e Roberto Speranza.

Il governo Draghi, che nasce come esecutivo tecnico, è in realtà una squadra mista, che guarda anche agli equilibri politici. C'è una novità, ampiamente annunciata: il ministero per la Transizione ecologica , affidato a Roberto Cingolani. Tra i nuovi dicasteri figurano quelli per la Transizione digitale, titolare del dicastero Vittorio Colao; quello del Turismo, che esce dall'alveo dei Beni culturali, e sarà guidato dalla Lega con Massimo Garavaglia; il ministero per la Disabilità, affidato a Erika Stefani.

Nella squadra di Draghi anche molte riconferme: Luigi Di Maio agli Esteri; Roberto Speranza alla Salute, Luciana Lamorgese all’Interno; Lorenzo Guerini alla Difesa; Dario Franceschini alla Cultura; Riccardo D’Incà ai Rapporti con il Parlamento; l'esponente di Italia Viva Elena Bonetti alle Pari opportunità e alla famiglia (Bonetti, insieme a Teresa Bellanova, non riconfermata, si era dimessa causando di fatto la caduta del governo Conte bis). Anche Stefano Patuanelli e Paola Dadone restano nel team di governo: Patuanelli passa dallo Sviluppo economico all’Agricoltura, e Dadone va alle Politiche giovanili.

Il tocco di Draghi si vede con maggiore chiarezza nell'assegnazione del ministero dell’Economia, assegnato al tecnico, Daniele Franco, direttore generale della Banca d’Italia.
Giancarlo Giorgetti copre un'altra importante tessera del puzzle, portando in quota Lega il ministero dello Sviluppo economico.

Ad accrescere il numero dei tecnici nell'esecutivo Marta Cartabia, già presidente della Corte costituzionale, scelta per la Giustizia; Enrico Giovannini, che aveva già avuto un’esperienza di governo con Enrico Letta e che sarà il titolare dei Trasporti; Patrizio Bianchi all'Istruzione e Cristina Messa all'Università e Ricerca.

Tornano a Palazzo Chigi Maria Stella Gelmini, agli Affari generali e alle Autonomie; Mara Carfagna, al Sud e alla Coesione territoriale; Andrea Orlando al Lavoro; Renato Brunetta, alla Pubblica amministrazione.

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