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Austria, l'espulsione di Tina e della sua famiglia mobilita i più giovani e infiamma il dibattito

Il ministro dell'Interno austriaco
Il ministro dell'Interno austriaco Diritti d'autore  Thanassis Stavrakis/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Thanassis Stavrakis/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Di redazione italiana
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Austria, l'espulsione di Tina e della sua famiglia mobilita i più giovani e infiamma il dibattito politico. Il tribunale ha nuovamente respinto la domanda d'asilo

Infiamma il dibattito in Austria dopo l'espulsione di una famiglia dal Paese verso la Georgia, paese di cui i genitori di due ragazzine sono originari. Le manifestazioni di sostegno non sono mancate.

I fatti risalgono a qualche giorno fa ma le manifestazioni di sostegno sono andate avanti fino a sabato sera.

Del gruppo familiare fa parte anche Tina, 12 anni, nata in Austria, Paese in cui ha vissuto per 10 anni. Dopo sette anni di attesa, la famiglia si è vista respingere la richiesta d'asilo nel dicembre del 2019.

La domanda poggia su una valida base legale, ha sentenziato il tribunale, che comunque ha fatto prevalere l'interesse dello Stato su quello della richiesta di asilo.

Il ministro dell'Interno, Karl Nehammer, punta il dito contro i genitori: "I genitori di questi bambini hanno trascinato i figli in questa situazione, abusando di un diritto di cui non godevano malgrado le innumerevoli pronunce contro la concessione di questo".

L'espulsione ha avuto ripercussioni in seno alla coalizione di governo. Il sostegno di amici e compagni di scuola non è mancato. I giovanissimi hanno manifestato sotto l'abitazione della famiglia.

Un amico di Tina ha dichiarato: "Anche se Tina non è austriaca, stando almeno ai suoi documenti, è perfettamente integrata nella nostra società, ha tanti amici ed è brava a scuola. E la sua vita è qui. È triste che venga espulsa".

Secondo la pronuncia del tribunale, la famiglia ha vissuto così a lungo in Austria perché ignorava i pronunciamenti di giustizia precedenti vivendo per anni nell'illegalità.

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