Rabbia contro il sistema: le proteste nei Paesi Bassi vanno ben al di là del coprifuoco

La vetrina di un fast-food a Rotterdam devastata dalle proteste
La vetrina di un fast-food a Rotterdam devastata dalle proteste Diritti d'autore Peter Dejong/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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Di David Walsh
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Santoni antivax, gruppi di estrema destra, hooligans, giovani che non possono pagare l'affitto: cosa tiene unita la galassia dei manifestanti contro il coprifuoco nei Paesi Bassi

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É stata descritta come la peggiore ondata di violenze scoppiate nei Paesi Bassi da oltre 40 anni. 

Le rivolte notturne che hanno messo a ferro e fuoco le città olandesi sono l'ennesima sorpresa nell'imprevedibile copione di questa tragedia chiamata pandemia. 

Tutto è nato dopo l'introduzione del coprifuoco notturno da parte del parlamento olandese. La misura è entrata in vigore sabato, e le proteste sono scoppiate subito ad Amsterdam ed Eindhoven, per poi diffondersi nei giorni successivi a Rotterdam, L'Aia, Den Bosch, Gouda, Amersfoort ed Haarlem.

Organizzati attraverso gruppi sui social media, i manifestanti - prevalentemente giovani - hanno vandalizzato e saccheggiato negozi, lanciato pietre e fuochi d'artificio alla polizia e hanno in alcuni casi dato fuoco a delle auto. 

Nella città di Urk è stato appiccato un incendio contro un centro per i test Covid-19. A Enschede c'è stata una sassaiola contro l'ospedale locale.

Tra i manifestanti non sono mancati estremisti di estrema destra, hooligans, negazionisti della pandemia e affiliati a partiti politici. 

**Ad una prima occhiata, non sembrano avere motivazioni in comune per seminare il caos in strada. Tuttavia, una connessione c'è. **

"Si tratta della sfiducia nel governo, dell'odio contro l'esecutivo. Più in generale, odio e sfiducia verso ogni tipo di istituzione sociale", indica ad Euronews il dottor Jelle van Buuren, professore associato all'Università di Leida ed esperto di sicurezza e teorie della cospirazione.

"Questa sfiducia, questo odio, è stato alimentato nel corso degli anni da una varietà di rivendicazioni, da rabbia, brutte esperienze personali e motivazioni [politiche]. Per questo il fenomeno è così difficile da etichettare, si tratta di un movimento davvero eclettico".

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Un pompiere spegne le fiamme con un estintore a Rotterdam, nella notte di lunedì 25 gennaio 2020Peter Dejong/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved

La gestione della pandemia

La maggior parte delle persone che si è ribellata negli ultimi giorni è stata bollata come "ladri senza vergogna" dal sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb. 

Ma alcuni dei partecipanti alle manifestazioni protestavano innanzitutto contro la gestione della pandemia di coronavirus da parte delle autorità.

Dopo le dimissioni del governo del primo ministro Mark Rutte, travolto da uno scandalo sui sussidi familiari, oggi i Paesi Bassi si ritrovano guidati da una amministrazione provvisoria. É stata necessaria l'approvazione del parlamento per imporre nuove restrizioni legate alla pandemia.

Sotto il fuoco delle critiche dell'opinione pubblica, molti partiti di opposizione hanno accettato di votare assieme alla coalizione di governo per imporre un coprifuoco dalle 9 di sera alle 4.30 del mattino.

Tra i contrari si è schierato il controverso politico Geert Wilders, leader del più grande partito di opposizione, il Partito della Libertà (PVV), formazione di estrema destra. 

Wilders ha detto che il coprifuoco è "un segno di totale impotenza e panico" da parte del governo.

Fino alle ultime settimane, il governo del liberale Rutte aveva adottato un approccio più rilassato rispetto a quello di altri Paesi in relazione alle misure anti-coronavirus, non imponendo per esempio l'obbligatorietà della mascherina o evitando di introdurre il coprifuoco. Tutt'un altro approccio rispetto al vicino Belgio, per esempio.

Ma di fronte ad un aumento del numero di decessi nell'ultima parte del 2020, bar e ristoranti hanno ricevuto l'ordine di chiudere, seguiti a dicembre da scuole e negozi non essenziali. 

Il coprifuoco - il primo imposto dalla fine della seconda Guerra mondiale - è solamente l'ultima delle restrizioni imposte per combattere la diffusione del virus. 

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I sondaggi però mostrano che la maggioranza della popolazione è ancora favorevole all'approccio dell'esecutivo. 

Ciò non significa tuttavia che gli olandesi siano d'accordo con la globalità delle politiche di chi li governa.

"Le politiche anti-coronavirus sono più o meno accettate non perché piacciono, ma perché ritenute semplicemente necessarie", continua Van Buuren. "Tuttavia, in tanti rimangono critici verso certi aspetti della politica olandese degli ultimi 10, 15, 20 anni".

Divisioni più profonde

Secondo l'esperto, sono molti i problemi sociali che covano sotto la brace da tempo.

La precarietà del lavoro e l'aumento dei contratti flessibili, in particolare, hanno demoralizzato la popolazione più giovane. Gli affitti continuano a salire, ed è cresciuto anche un certo malcontento nei confronti dell'Unione Europea. Sono state criticate anche le politiche di immigrazione e l'intero impianto multiculturale della società olandese.

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"C'è anche un gruppo di persone che viene dal movimento spirituale New Age, da sempre molto critici contro Big Pharma e contro i vaccini", ha spiegato van Buuren. "Anche loro sono saltati su questo treno, ma da una prospettiva diversa".

Ma quanto è mutuato dall'America e dalle idee trumpiane, e quanto c'è invece di autoctono in questo cocktail di tendenze anti-establishment, negazioniste e antivax? 

Peter Dejong/AP 2016
Il politico populista Geert Wilders in una foto del 2016Peter Dejong/AP 2016

"Penso si tratti di una cosa domestica. Questo sfondo di malcontento, rabbia, odio anti-sistema è presente già da molto tempo nella società olandese", continua l'esperto. "Uno dei primi segnali, per esempio, è stato l'assassinio di Pim Fortuyn".

Politico di destra, Fortuyn fu ucciso a colpi di pistola fuori da una stazione radio a Hilversum, nell'Olanda settentrionale, nove giorni prima delle elezioni generali del 2002. Il suo omicida, Volkert van der Graaf, è un attivista di sinistra che, durante il processo, disse di aver premuto il grilletto perché Fortuyn additava i musulmani come fonte di tutti i mali della società olandese. 

L'assassinio sconvolse il paese e mise a nudo le profonde divisioni nella società, incancrenitesi senza controllo.

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"Per molte persone è stato uno shock. Eravamo convinti di vivere quasi in un paradiso, ma improvvisamente ecco emergere un grande gruppo nella società con una prospettiva totalmente diversa sulla direzione che avevamo preso", dice van Buuren.

"Questo sottofondo nella società è a volte più manifesto, più visibile. A volte si politicizza perché trova rappresentanza politica. Come nel caso di Pim Fortuyn, 20 anni fa, a cui poi è subentrato Wilders".

Wilders è da tempo presenza fissa del panorama politico olandese. Le sue posizioni dure su immigrazione e Islam lo hanno portato più volte in tribunale, e da tempo vive circondato da stringenti misure di sicurezza a causa delle costanti minacce che riceve.

"Quanto accade nei Paesi Bassi è una questione interna, ma si inserisce in una tendenza internazionale più ampia, visibile negli Stati Uniti ma anche in altri Paesi europei", spiega van Buuren. "L'estrema destra, il populismo di destra, le teorie del complotto, la sfiducia contro l'élite liberale, la sfiducia contro i media: è un fenomeno internazionale".

Sostegno di necessità a Rutte

Travolto da uno scandalo sulla distribuzione degli assegni familiari, il governo di Rutte è stato costretto a dimettersi il 15 gennaio, pochi mesi prima delle elezioni generali del 17 marzo.

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Secondo gli ultimi sondaggi, il suo partito, VVD, rimane il favorito. Rutte potrebbe quindi prendere di nuovo le redini del prossimo governo.

Detto questo, le politiche di liberalizzazione dell'economia del paese, assieme ai tagli a lungo termine dei programmi di welfare - perseguiti dai governi succedutisi negli ultimi 20 anni - non hanno fatto che allargare il divario presente nella società olandese.

"Le conseguenze sono visibili nei Paesi Bassi. A volte sono lì, e non ce ne accorgiamo finché non trovano una voce. Il coronavirus è stata una tempesta perfetta, lo capisco, stiamo vivendo tempi folli. Tutto ciò che era considerato normale, come incontrarsi, andare al pub, ecc. è stato improvvisamente proibito. Da tempo siamo governati da misure di emergenza senza alcun controllo democratico, quindi c'è molta paura, incertezza e una sensazione generale di disagio".

Il partito di Rutte, per ora, sembra essere stato risparmiato dall'ira dell'opinione pubblica olandese. Le conseguenze dello scandalo degli assegni familiari cominciano ad attenuarsi, e le preoccupazioni più ampie legate alla pandemia sembrano solidificare quel sostegno verso un governo di continuità in tempi di profonda incertezza.

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