Le consegne a domicilio salvano i conti ma Uber perde il 18% nel trimestre
La compagnia californiana Uber nel terzo trimestre ha guadagnato di più con le consegne a domicilio che con la sua attività principale. Le richieste di passaggi in auto sono crollate, per effetto del lavoro da remoto, ma la società americana ha saputo adattarsi alle richieste del mercato.
I conti del trimestre
Riesce così a contenere le perdite, che comunque superano il miliardo da luglio a settembre. I 3,13 miliardi di ricavi sono inferiori del 18% rispetto a 12 mesi fa ma comunque in ripresa dai 790 milioni del trimestre precedente. "L'impatto è stato grave in tutto il mondo - ha detto il Ceo Dara Khosrowshahi agli investitori - ma abbiamo fatto del nostro meglio per adattarci".
Khosrowshahi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno: "Quando le città ricominciano a muoversi, è così anche per noi". A New York, dove i casi di coronavirus in estate erano più sotto controllo rispetto ad altre parti d'America, ha osservato il Ceo, le prenotazioni hanno già recuperato il 63% del numero dell'anno scorso.
Collaboratori e non dipendenti
Intanto il giorno dell'Election Day Uber ha portato a casa una vittoria importante: in California si votava anche sul trattamento dei lavoratori della cosiddetta gig economy, il lavoro a prestazione. E gli elettori hanno stabilito che gli autisti potranno continuare a essere trattati da collaboratori e non da dipendenti.