La crisi dell'extravergine e gli effetti della pandemia

La crisi dell'extravergine e gli effetti della pandemia
Diritti d'autore Gregorio Borgia/Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.
Di euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

In calo la produzione di olio d'oliva extravergine: lo stop a ristoranti e mense costa 2 miliardi alla filiera

Il 2020 è l'anno dei record per l'universo dei produttori di olio d'olive di tutto il mondo. Da un lato è l'anno che registra i volumi più alti di consumo di olio extravergine di olive: 31 milioni di tonnellate, un +86 per cento rispetto all'anno precedente. Ma dall'altro è l'anno che annuncia un crollo della produzione, in Italia e in tutto il bacino del Mediterraneo.

PUBBLICITÀ

Paolo Mariani, presidente di una associazione di produttori: "In Italia abbiamo 1,2 milioni di ettari di oliveti e 780 mila aziende agricole, (...) l'anno scorso, abbiamo raggiunto le 320.000 tonnellate di olio. Quest'anno si è ridotto di circa il 30 per cento. La produzione dovrebbe essere di circa 230/250.000 tonnellate"

Tra le cause di questo paradosso c'è l'impatto della pandemia da coronavirus, e la chiusura forzata di ristoranti, alberghi e bar. Una misura che secondo la Coldiretti costa almeno 2 miliardi di euro al settore. Luigi Niccolini, presidente della Sezione di Latina di Confagricoltura: "Ci sono problemi finanziari sotto l'aspetto commerciale. Tutto il settore HoReCa (Alberghi-Ristoranti-Catering) si era fermato e ora si sta fermando di nuovo, quindi tutti i produttori che li hanno riforniti hanno subito una crisi e la crisi sta tornando".

A pesare sul comparto anche il crollo del 44% dei prezzi pagati ai produttori, scesi a valori che non si registravano dal 2014, e che in alcuni casi non bastano a coprire i costi di produzione. Per uscire da questo trend, alcune associazioni propongono una nuova classificazione dei prodotti, abbassando l'acidità massima dell'extravergine dallo 0,8 per cento attuale allo 0,3-0,4 per cento, il che porterebbe gran parte della produzione spagnola e tunisina sotto l'etichetta di olio vergine, con una diretta ripercussione sul piano dei prezzi.

Tuttavia, nonostante i segnali contraddittori che si ripetono da diverse stagioni, gli analisti si attendono anche per i prossimi anni di ritrovare in crescita il mercato dell'olio d'oliva, grazie al crescente interesse per una cucina sana e di qualità e alla salubrità dei modelli di dieta mediterranea.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Pontida, Marine Le Pen alla Festa della Lega sul palco con Salvini. Piani per le europee

Meloni sulla visita di von der Leyen a Lampedusa: "Gesto di responsabilità dell'Europa"

Frecce Tricolori, la procura apre un fascicolo sullo schianto