Navalny accusa Putin dell'avvelenamento, il capo della Duma: "E' uno scellerato"

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Diritti d'autore HANDOUT / INSTAGRAM ACCOUNT @NAVALNY / AFP
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Di Gioia Salvatori
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Dalla Germania l'oppositore russo fa sapere che rimpatrierà, la replica a distanza delle autorità russe è dura, per il capo della Duma "Putin gli ha salvato la vita"

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L'oppositore russo Alexei Navalny non è ancora rientrato in patria ma il duello a distanza con il presidente Vladimir Putin è già ripreso. Dalla Germania dove è stato ricoverato un mese per gli effetti di quello che tre laboratori europei hanno giudicato un avvelenamento da agente nervino, Navalny ha fatto sapere che non farà a Putin il regalo di non rimpatriare e gli ha imputato il suo avvelenamento "non ci sono altre versioni per quanto accaduto - ha comunicato - e io non ho paura".

Volodine: "Navalny lavora per i servizi occidentali"

La sfida è stata raccolta dalle autorità russe: poche ore dopo il presidente della duma Viatcheslav Volodine ha accusato Navalny di lavorare per i servizi segreti occidentali ha aggiunto, senza specificare come e quando, che Putin gli ha salvato la vita. "Navalny è senza vergogna, è uno scellerato - ha detto - Putin gli ha salvato la vita. E' ormai chiaro che Navalny lavora per i servizi segreti e le autorità dei Paesi occidentali".

Sempre più freddi anche i rapporti tra Mosca e Berlino dopo l'intervento del ministro degli esteri tedesco Heiko Maas all'Onu; qui Maas ha detto senza mezzi termini che "una violazione dell'interdizione all'uso di armi chimiche come quella riscontrata nell'avvelenamento di Navalny, è un problema per tutta la comunità internazionale" e ha chiesto alla Russia di fare chiarezza.

La scorsa settimana Navalny è stato dimesso dopo 32 giorni di ricovero, 24 dei quali in terapia intensiva, dall’ospedale Charité di Berlino, dove era arrivato a fine agosto dopo un ricovero in Russia a seguito di un malore improvviso mentre volava dalla Siberia a Mosca. Fin dal primo momento il suo entourage ha parlato di avvelenamento, forse un tè bevuto all'aeroporto di partenza, Tomsk, poi si è scoperto che era l'acqua bevuta in un hotel. Tuttavia le autorità russe hanno sempre negato, facendo ipotesi, le più disparate, sulle cause del malore. Una mobilitazione europea, in primis di Berlino e Parigi, ha fatto sì che Putin cedesse e lasciasse partire Navalny, grave, verso la Germania per una diagnosi trasparente. Qui è stato decretato un avvelenamento con agente nervino.

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