Il Segretario di Stato statunitense rompe gli indugi, accusando apertamente Mosca dell'avvelenamento dell'oppositore russo, anche l'ONU (più velatamente) attacca la Russia
L'avvelenamento di Alexei Navalny è stato opera di alti funzionari del Governo russo: non le manda a dire il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo.
"Washington e i suoi alleati europei vogliono che la Russia renda conto dei responsabili", ribadisce il diplomatico statunitense, le cui esternazioni sono definite inaccettabili da Mosca.
Intanto, mentre l'Ambasciatore tedesco in Russia, Geza Andreas von Geyr, è comparso al locale Ministero degli Esteri per discutere la situazione riguardante il leader dell'opposizione, il Cremlino assicura che nessuna traccia di veleno è stata rilevata dai suoi medici.
"Non siamo soddisfatti della natura delle reazioni alle nostre richieste logiche, legali, legittime, finalizzate ad adempiere agli impegni sui trattati intergovernativi circa l'assistenza legale a Navalny - afferma Sergey Lavrov, Ministro degli Esteri russo - non siamo soddisfatti anche del tono assolutamente inaccettabile con cui la posizione tedesca è stata comunicata alla comunità mondiale".
Allarme più o meno velato giunge anche dalle Nazioni Unite.
'Il numero di casi di avvelenamento, o altre forme di assassinio mirato, di cittadini russi, sia all'interno del Paese che su suolo straniero, negli ultimi 20 anni è profondamente preoccupante - dice Rupert Colville, portavoce dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani (OHCHR) - l'incapacità, in molti casi, di ritenere gli autori responsabili e fornire giustizia e verità alle vittime o alle loro famiglie è profondamente deplorevole e difficile da spiegare o giustificare".
Fonti di Polizia, infine, danno notizia dell'ennesimo agguato nei confronti di un collaboratore di Navalny: a Chelyabinsk, negli Urali, Alexei Baraboshkin è stato vittima di un pestaggio, a tre giorni dalle regionali russe. riportando una frattura cranica ed una commozione cerebrale.