La scuola in Europa ai tempi del Covid, tra nuove regole e tante domande a cui rispondere

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Da Paese a Paese le norme differiscono, ma come?

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In tutta Europa studenti e insegnanti tornano in classe, dopo la pausa estiva - per molti più lunga del solito, causa lockdown - . E con la pandemia ancora presente nel continente, le autorità sono costrette a trovare soluzioni per garantire il diritto all'istruzione, ma anche la sicurezza.

Una prima domanda è chi deve indossare le mascherine e quando. In Paesi come la Francia gli insegnanti dovranno indossarle anche durante le lezioni. In Spagna solo quando non è garantita la distanza di sicurezza. In Italia gli alunni potranno toglierla una volta seduti, mentre nei Paesi Bassi non è obbligatoria.

Poi c'è la questione di come gestire il distanziamento sociale. Classi più piccole vengono incoraggiate un po' ovunque, con la Danimarca che ha posto i banchi addirittura a due metri di distanza. Una misura che potrebbe essere adottata anche in altri Paesi europei. Le lezioni online vengono introdotte per ridurre il numero di persone presenti in aula.

Le norme igieniche sono in fase di revisione. Le autorità tedesche consigliano di lavarsi spesso le mani, mentre secondo le linee guida spagnole le strutture scolastiche devono essere pulite almeno una volta al giorno e i bagni tre volte al giorno.

E poi c'è la questione di cosa fare se un alunno o un insegnante dovesse risultare positivo. Teoricamente molti istituti stanno valutando isolamenti mirati - in modo che i singoli casi non comportino la chiusura dell'intera scuola. In pratica, però, alcune scuole in Germania sono già state costrette a chiudere, a seguito di diversi test positivi.

Ma per tutto ciò, chi decide? In alcuni Paesi, come l'Italia e la Francia, sono le autorità nazionali a prendere le grandi decisioni, in altri sono invece le regioni a prendere l'iniziativa, mentre alcune questioni sono nelle mani delle scuole stesse.

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