Ancora scontri: cosa e chi sta dietro il conflitto tra Armenia e Azerbaijan

Scontri al confine tra Armenia e Azerbaijan
Scontri al confine tra Armenia e Azerbaijan Diritti d'autore AP Photo
Di Olivier PeguyStefania De Michele
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Il conflitto mai sopito tra le due ex Repubbliche sovietiche. Si teme l'escalation che possa coinvolgere i due convitati di pietra: Russia e Turchia

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L'ultimo bollettino riporta 11 morti tra le fila dell'esercito azero nell’ultima fiammata del conflitto trentennale tra Azerbaijan e Armenia. Da domenica sono in corso nuovi scontri lungo il confine tra le due ex Repubbliche sovietiche, nella regione del Tavush, ricca di risorse energetiche.
La scintilla è divampata ed entrambi i Paesi si incolpano a vicenda per lo scoppio delle nuove ostilità.

Il Ministero della Difesa armeno ha riferito che la parte azera ha ripreso i bombardamenti sulle posizioni armene lunedì mattina, dopo gli scontri iniziali durante il giorno e la notte precedente. Non ha denunciato alcuna vittima dalla sua parte.
Da parte sua, il ministro della Difesa dell'Azerbaijan parla di una risposta al fuoco armeno. E rivendica di aver distrutto un avamposto militare armeno durante l'operazione di rappresaglia - video di supporto (vedi sotto)

È piuttosto raro che i combattimenti si svolgano al confine tra le due ex Repubbliche sovietiche. Generalmente gli scontri avvengono nel Nagorno-Karabakh in Azebaijan, territorio prevalentemente armeno e secessionista. Un fazzoletto di terra che cristallizza le tensioni tra i due vicini (vedi sotto).

Il conflitto fa temere un'escalation che potrebbe chiamare in causa le rispettive potenze alleate.
La Russia è tradizionale sostenitrice dell'Armenia a cui assicura il supporto militare. Mosca ha anche una grande base militare a Gyumri (Armenia nord-occidentale). Entrambi i Paesi sono membri dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), un'organizzazione politico-militare che riunisce diversi Paesi del Caucaso. L'Azerbaigian non vi partecipa. C'è anche la vicinanza religiosa tra l'ortodossia russa e quella armena.

Sul fronte opposto, la Turchia è alleata dell'Azerbaijan: un amico storico (entrambi i Paesi hanno lingue e culture simili) politicamente, commercialmente e militarmente. Il legame di Ankara con Baku deriva anche dall'ostilità del regime turco nei confronti dell'Armenia: Ankara non ha mai riconosciuto il genocidio armeno. 

Lunedì è prevista una riunione dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, un blocco a guida russa di cui l'Armenia fa parte, per discutere la situazione. La presidenza azerbaijgiana domenica ha accusato Erevan di voler "trascinare (questa) alleanza politico-militare nel conflitto".

Le reazioni delle parti alle ''provocazioni'' al confine

La rinnovata violenza ha portato a un rapido botta e risposta da parte dei leader politici di entrambi i Paesi.

La rinnovata violenza ha portato a una rapida risposta da parte dei leader politici di entrambi i Paesi
Ilham Aliev presidente Azerbaigian
Le provocazioni (da parte del nemico) non rimarranno senza risposta
Nikol Pachinian premier armeno

Un conflitto che destabilizza la regione caucasica

La contesa territoriale tra Armenia e Azerbaijan è il nodo gordiano del già complesso scacchiere caucasico, che mostra tutta la sua fragilità. Le tensioni tra i due Paesi hanno radici profonde e non sono certo scemate con la caduta dell'URSS all'inizio degli anni '90 e la conseguente indipendenza delle repubbliche sovietiche. Le frizioni, precedentemente contenute nel quadro di una "pax sovietica", stanno riemergendo, a volte violentemente. E la frammentazione della regione apre la strada alle lotte per l'influenza dei poteri regionali. Questo era vero 30 anni fa; è ancora più vero oggi, con due Paesi, Russia e Turchia, con interessi geo-strategici concorrenti.

In particolare, la regione del Nagorno-Karabakh è il nucleo in cui si alimenta l’ostilità tra i due Paesi. Un odio che ha innescato nuovi scontri nel 2016 nel 2019; in quell’occasione non ci furono solo casi isolati, ma veri e propri scontri tra due eserciti, che si conclusero anche con morti di civili. Solo l’intervento del cosiddetto Gruppo di Minsk, fondato dall’Osce nel 1992, risolse provvisoriamente la questione.

Nagorno-Karabakh, il territorio conteso

Armenia e Azerbaijan sono in conflitto dall'inizio degli anni '90 per il controllo del Nagorno-Karabakh, nel Caucaso meridionale.
Questa enclave prevalentemente armena si trova all'interno dei confini ufficiali dell'Azerbaijan. Nel 1991, a seguito di un referendum, le autorità hanno proclamato unilateralmente l'indipendenza di questo territorio, con il sostegno dell'Armenia. 
Una presa di posizione che ha scatenato la rabbia azera e l'inizio di un conflitto che avrebbe portato alla morte di quasi 30.000 persone. Un cessate il fuoco è stato concluso nel 1994.
Da allora, tutti gli sforzi per raggiungere un accordo di pace duraturo sono falliti: gli scontri alla periferia della regione sono frequenti.
Nell'aprile del 2016 altri combattimenti sono divampati, i più letali dal 1994. Più di 350 persone (civili e soldati) sono rimaste uccise.

Tavush, la regione degli scontri

Il Tavush,  provincia dell'Armenia di circa 134.200 abitanti, è territorio cruciale e ricco di giacimenti petroliferi, è sede dell’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan, fondamentale per l’Europa, e del gasdotto South Caucasus Pipeline.

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