Il paradosso delle mascherine usa e getta contro il Covid-19. Strumenti salvavita che se buttati in terra possono trasformarsi in bombe batteriologiche. A rischio netturbini, semplici passanti e Pianeta Terra: 400 gli anni necessari alla loro decomposizione
Bombe sanitarie a portata di bambini e passanti
Messe possono salvare la vita, gettate a terra possono toglierla. E' il problema, e il paradosso, delle mascherine usa e getta, per contenere i rischi del Covid-19: potenziali bombe sanitarie per semplici passanti e soprattutto netturbini costretti a raccoglierle.
A rischio soprattutto netturbini e operatori dei centri di raccolta rifiuti
Non hanno poi scelta gli operatori di centri per lo smistamento di rifiuti, come quello di Lumiar, alle porte di Lisbona. Dal più grande del Portogallo, gli operatori parlano di rischi in aumento per la loro stessa incolumità. "C'è tanta gente che continua a mettere maschere e guanti nei punti di raccolta per la differenziata - dice una di loro -. Possiamo constatarlo chiaramente qui, perché allo smistamento ne emergono sempre di più. Soltanto in due ore ne abbiamo riempiti tre sacchi".
24 ore in una busta di plastica. In Francia il decalogo del Ministero
Un problema anche in Francia, dove il Ministero della salute ha addirittura diffuso delle linee guida per un corretto smaltimento delle mascherine usa e getta. A ricordarle è l'assessore alla nettezza urbana, Paul Simondon. "Quando si è a casa - dice -, la soluzione migliore è chiuderle prima in una busta di plastica per 24 ore e, soltanto dopo, gettarle nella spazzatura. Così si riducono al massimo i rischi per i netturbini che poi maneggeranno i sacchi di rifiuti". Salute a parte, a soffrire è poi anche l'ambiente. Ben 400, secondo le stime, gli anni necessari alla decomposizione di una mascherina, che non venga correttamente smaltita.