Polonia: il virus della protesta

In strada in barba alle misure di contenimento. La protesta non arretra
Bandiere e folla in strada, in barba al distanziamento sociale e contro le misure di contenimento del Coronavirus. Come da oltre una settimana, commercianti e imprenditori polacchi si sono riuniti questo sabato a Varsavia per invocare la riapertura delle loro attività. Le manifestazioni sono state costellate di scontri con le forze dell'ordine, che hanno fatto ricorso anche a manganelli e gas lacrimogeni per dispere i manifestanti. Il portavoce della polizia ha parlato di intervento necessario, per dispere assembramenti illegali e in violazione delle misure per il contenimento della pandemia.
Il "no" alle misure di contenimento diventa contestazione di governo e classe politica
Se però la situazione degenera, sostengono alcuni, è perché la misura è colma. Il recente braccio di ferro sull'organizzazione delle elezioni presidenziali è stata secondo loro soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'indignazione. "La questione delle elezioni presidenziali è emblematica - dice il giornalista Jarosław Kociszewski -. Non sappiamo ancora quanto costerà al paese la loro organizzazione, ma sono lo specchio dell'economia e del servizio pubblico. Non c'è trasparenza, le cifre ufficiali non sono affidabili. Ed è per questo che crescono diffidenza e rabbia dei cittadini".
Solo di recente il partito di governo Diritto e giustizia è tornato sui suoi passi, abbandonando l'idea di organizzare elezioni presidenziali per posta in piena pandemia, nella data del 10 maggio. L'iniziativa era stata oggetto di forti critiche non solo da parte dell'opposizione, ma anche degli indispensabili partner di coalizione e di vari esponenti delle istituzioni europee.