Luoghi di culto e scuole pronti a riaprire in Iran. Il presidente Rouhani ribadisce la necessità di rispettare le misure di distanziamento sociale
Una misura di prevenzione universale, che accomuna stati laici e teocrazie: chiese e moschee chiuse per arginare la diffusione dell'epidemia di Covid 19. Un lockdown religioso che, da domani, nella Repubblica Islamica dell'Iran, sarà mitigato dalla parziale riapertura dei luoghi di culto.
Moschee riaperte, ma solo nelle aree a basso impoatto Covid 19
"Abbiamo deciso che 132 distretti, che sono in condizioni di basso rischio, riapriranno le loro moschee da domani - dice il presidente iraniano, Hassan Rouhani, che aggiunge: "Le preghiere del venerdì riprenderanno, osservando i protocolli sanitari". Mantenere "la distanza sociale è più importante della preghiera collettiva", ha aggiunto Rouhani, sostenendo che l'Islam considera la sicurezza una priorità.
Preghiere al drive-in: la soluzione provvisoria
Con le moschee chiuse, i fedeli hanno adottato la soluzione del drive-in per potersi riunire durante le cerimonie religiose nel mese del Ramadan. Private dell'opportunità di pregare insieme dopo l'"iftar", il pasto tradizionale che spezza il digiuno dopo il tramonto, le famiglie assistono ai riti religiosi all'interno delle loro vetture.
Iran: ripartenza graduale anche per le scuole
Il Paese, il più colpito dal coronavirus in Medio Oriente, si prepara dunque alla ripartenza graduale: "Nelle zone a basso impatto Covid (il territorio iraniano è classificato in zone bianche, gialle e rosse a seconda del numero di contaminazioni e di morti), le scuole riapriranno a partire dal 16 maggio", spiega il presidente iraniano Rouhani, precisando che le autorità si riservano di valutare gli sviluppi della situazione e, eventualmente, recedere dall'allentamento delle restrizioni in caso di nuovi picchi dell'epidemia.