Paralizzata dal virus l'Italia teme per la ripresa economica

Paralizzata dal virus l'Italia teme per la ripresa economica
Diritti d'autore AFP
Di Paolo Alberto ValentiANSA
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Mentre si studia la ripartenza l'Istat spiega le dimensioni dello stop industriale italiano dati alla mano

PUBBLICITÀ

Il sonar per capire gli effetti socio economici della pandemia sta nei numeri, quelli che allarmano in Italia riguardano i decessi che parlano di 20% nel periodo dal primo marzo al 4 aprile 2020 rispetto al dato medio dello stesso periodo degli anni 2015-2019. Fortunatamente non riguardano tutta l'Italia ma solo 1689 comuni.

Decessi e stop industriale

L'evento morte che investe migliaia di persone ricade come una macigno sulle collettività più colpite ma c'è anche la questione industriale. L'Istat è prodiga di altri dati che indicano in 2,1 milioni le imprese ferme con un arresto dell'attività per oltre 7 milioni di addetti cioè il 48% della forza lavoro delle imprese nazionali.

La ripartenza col virus in agguato

Si punta alla ripartenza ma il virus è in agguato. L'Istat ha recentemente aggiornato i dati sugli effetti economici del lockdown, escludendo settori come quelli del credito, della P.a e dell'agricoltura (in sofferenza anche per la tanto vituperata mano d'opera extracomunitaria di cui adesso di sente l'assoluta mancanza). Imprese che generano, sulla base dei dati riferiti al 2017, 1334 miliardi di euro di fatturato.

Le aree che soffrono di più

La sospensione delle attività ha inciso in particolare modo nel Nord-est (dove il 50,1 per cento dell'occupazione è sospesa) e del Nord-ovest con 43,3 per cento di manodopera "in sonno". Diminuisce la percentuale nel centro (-41,3 %), nel Sud (-41,1 %) e nelle Isole (- 33,6 %) come indica l'Istat. Con riferimento ai principali macro-settori economici, i provvedimenti di chiusura hanno riguardato in maniera più evidente l'industria: quasi i due terzi delle imprese industriali, che rappresentano il 46,8 per cento del fatturato e il 53,2 per cento del valore aggiunto del macro-settore, hanno dovuto sospendere la propria attività, sottolinea l'Istat.

Minore pressione negativa nel terziario

Nel terziario l'incidenza delle imprese che operano in comparti la cui l'attività è interrotta è del 43,8 per cento, il 37,2 per cento in termini di fatturato e il 29,9 per cento in termini di valore aggiunto. La sospensione incide in misura maggiore nel comparto industriale anche dal punto di vista occupazionale: il 59,3 per cento degli addetti del settore afferiscono ad attività sospese, contro il 35,2 per cento riscontrato nei servizi. Le ricadute sono pesanti anche per le esportazioni.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Quanto perdono le imprese italiane se non ripartono subito

Made in Italy: la giornata europea del gelato artigianale

Fosse Ardeatine, 80 anni dall'eccidio nazista: cerimonia a Roma con il presidente Sergio Mattarella