Coronavirus, la Chiesa ortodossa greca continuerà ad amministrare la comunione col cucchiaino

Fedeli ricevono la comunione con il rituale cucchiaino in una chiesa greca ortodossa siriana il 25 dicembre 2019 - AFP
Fedeli ricevono la comunione con il rituale cucchiaino in una chiesa greca ortodossa siriana il 25 dicembre 2019 - AFP Diritti d'autore -/AFP or licensors
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Di Lillo Montalto Monella
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Nel comunicato, i fedeli sono affidati a Gesù Cristo, affinché preservi il suo popolo sano ed integro. La comunione, si legge, non può essere causa di trasmissione della malattia perché costituisce un'effettiva affermazione di auto-abbandono al Dio vivente.

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Nella Chiesa greca ortodossa, la Santa Comunione è amministrata attraverso un cucchiaio liturgico. Lo stesso per tutti quanti. Tuttavia, nonostante le preoccupazioni igienico-sanitarie in periodo di coronavirus, il sinodo locale ha ribadito che continuerà ad amministrare il sacramento come se nulla fosse.

Le malattie non possono essere trasmesse dal "calice della vita", da cui i fedeli bevono anche un sorso di vino, si legge in un comunicato del Sinodo diffuso lunedì. Le messe vanno avanti indisturbate. "Il vino contiene alcol e l'alcool uccide il virus", nelle parole del vescovo Ioannis di Langadas, nel nord del paese. Un'opinione condivisa anche da altre persone.

Nel comunicato, i fedeli sono affidati a Gesù Cristo, affinché preservi il suo popolo sano ed integro. I credenti sanno che la comunione non può essere causa di trasmissione della malattia perché "anche nel bel mezzo di una pandemia, "da un lato costituisce un'effettiva affermazione di auto-abbandono al Dio vivente e, dall'altro, una tranquilla manifestazione d'amore, che mina ogni paura umana forse giustificata".

Parlando con l'emittente pubblica greca ERT1, la scorsa settimana, il sacerdote ortodosso Stylianos Karpathiou ha detto apertamente che "Gesù Cristo non aveva microbi", un'affermazione che ha scatenato polemiche in patria.

La Grecia conta attualmente 90 casi di COVID-19 e la Pasqua ortodossa, prevista per il 19 aprile, si avvicina. Le chiese sono affollate da persone per lo più anziane, ovvero quelle più vulnerabili al coronavirus. 

Domenica, il Santo Sinodo ha rivolto una preghiera contro COVID-19 e ha esortato il proprio "gregge" a seguire le linee guida fornite dal ministero della salute greco. Nelle chiese vengono distribuiti anche distribuito opuscoli informativi.

La Chiesa ortodossa greca ha esortato i fedeli a rispettare le norme igieniche suggerite dagli esperti e ha raccomandato ai gruppi vulnerabili di evitare di uscire di casa se non assolutamente necessario, aggiungendo che chi presenta sintomi non deve riunirsi in luoghi dove ci sono altre persone. Ma sul cucchiaio della comunione non arretra. 

"Seguiamo solo gli aggiornamenti ufficiali e quanto raccomandano gli scienziati", si legge nella dichiarazione del Santo Sinodo. "Intensifichiamo tutti le nostre preghiere".

La Chiesa ha anche annunciato che tutte le lezioni delle scuole religiose sono sospese fino a nuovo ordine. Contro simili dichiarazioni, e in generale contro l’attendismo del governo, è insorta la Federazione greca dei sindacati dei medici ospedalieri (Oenge) come si legge sul Manifesto.

Spagna: divieto di toccare le sacre sculture

La Spagna non ha fermato ogni funzione religiosa come ha fatto l'Italia, ma le chiese locali stanno adottando delle misure precauzionali in vista delle celebrazioni pasquali. La Cattedrale spagnola di Santiago de Compostela ha vietato ai visitatori di toccare e abbracciare la statua del Santo. 

A differenza delle autorità greche, la cattedrale ha anche rimosso l'acqua santa, e l'Arcivescovado di Madrid ha chiesto ai fedeli di astenersi dal baciare le sculture.

La diocesi di Cartagena-Murcia, nel sud-est della Spagna, ha chiesto ai fedeli di evitare gesti che potrebbero rappresentare un rischio per la diffusione della malattia nel momento in cui vengono venerate le sacre icone. È stato anche raccomandato di evitare la stretta di mano della pace durante la messa. Suggerimento: ricevere la comunione in mano, non in bocca.

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