Il virus attacca il sodalizio della moda italo-cinese, parla Felix De Maio

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Di Paolo Alberto Valenti
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Uno dei manager italiani che in controtendenza produce moda cinese in Italia racconta le difficoltà del comparto. La moda diventerà "virtuale"?

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Milano non si arrende ai cascami del coronavirus ed ha esibito in pole position alle sfilate uno stilista cinese che però opera a New York e quindi non è stato intaccato dall' "embargo" che ha paralizzato l'industria cinese in tanti settori.

La moda cinese prodotta in Italia

Il manager Felix De Maio, che gestisce in Europa il marchio Uma Wang, racconta le difficoltà che il connubio Italia-Cina sta attraversando. La volontà di superare la crisi è tanto forte sia in Italia che in Cina. De Maio è la testimonianza vivente non solo della creatività italiana ma di una straordinaria inversione di tendenza. La sua azienda è cinese ma la produzione dei capi di moda che vengono presentati a Parigi e Milano è rigorosamenti italiana: le confezioni del marchio sono realizzate nel nord Italia mentre la stilista Uma Wang disegna le sue creazioni a Shangai.

La moda a Milano

Intanto è in programma fino al 24 febbraio la Settimana della moda di Milano che conta 56 sfilate in calendario, con 96 presentazioni, 2 presentazioni su appuntamento e 34 eventi di cui 7 culturali per un totale di almeno 188 appuntamenti. Il mercoledì è in programma, fra le altre, la sfilata di Gucci. Domenica ci sarà la passerella di Armani.

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