Coronavirus: 71.331 contagi e 1.775 morti. Polemica contro Xi, sapeva da settimane

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Diritti d'autore AP Photo/Koji Sasahara
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Di Cinzia Rizzi Agenzie:  ANSA
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Il presidente cinese, si apprende, era al corrente già da inizio gennaio, settimane prima che ne parlasse pubblicamente al mondo

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Sale a 1.775 il numero di morti causati dall'epidemia di coronavirus nel mondo, con più di 71.000 casi di contagio confermati. E mentre nella provincia focolaio dell'Hubei a 60 milioni di persone è vietato uscire di casa, scoppia la polemica contro le massime autorità cinesi. Il presidente Xi Jinping pare infatti fosse informato dell'epidemia del Covid-19 settimane prima che affrontasse pubblicamente la questione. Già sapeva dal 7 gennaio scorso.

Migliora la situazione negli ospedali della città focolaio

Si lavora intanto giorno e notte negli ospedali cinesi, dove la situazione, come spiega il direttore di una delle strutture di Wuhan, sembra migliorare. "Riusciremo sicuramente a controllare l'epidemia", dice Wang Xinghuan, direttore dell'ospedale Leishenshan, il primo dei due costruito espressamente per l'emergenza. "Negli ultimi giorni molti casi sospetti sono diventati casi confermati. Nel nostro ospedale, però, negli ultimi cinque giorni il numero di persone con febbre alta è calato, quindi penso proprio che il punto di flessione dell'epidemia sia arrivato".

I primi rimpatriati europei lasciano la quarantena

In Francia, primo Paese europeo a contare una vittima del Covid-19, è terminata la quarantena anche per il secondo gruppo di rimpatriati da Wuhan. Stessa sorte per i primi cittadini tedeschi rientrati dalla Cina nelle scorse settimane, che hanno potuto lasciare l'isolamento e per otto belgi, partiti questa domenica dall'ospedale militare dove per giorni sono stati sottoposti ad analisi. Nessuno di loro è risultato positivo. "Stanno andando molto bene", spiega Patrick Soentjes, infettivologo. "In realtà abbiamo fatto 6 test nelle ultime due settimane ed erano tutti negativi. Questo significa che possono lasciare l'ospedale in modo sicuro, senza maschere e che possono avere contatti con altre persone".

Non è ancora terminato l'incubo per i passeggeri della Diamond Princess, la nave da crociera messa in quarantena al porto di Yokohama, in Giappone. Il numero dei contagi a bordo è salito a 355. Washington ha già iniziato a riportare a casa i propri cittadini, anche se quaranta dei 400 statunitensi fatti evacuare risultano contagiati e verranno ricoverati negli ospedali nipponici. Altri 14 sono risultati positivi durante il volo di ritorno. Tra loro ci sarebbe anche un italiano, residente in America. Lo ha detto Stefano Verrecchia, capo dell'Unita di crisi della Farnesina. Per gli altri italiani a bordo della nave, invece, saranno decisivi i prossimi giorni, come ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, spiegando che un volo li riporterà a casa.

La paura del Codiv-19 arriva anche in Corea del Nord

I nordcoreani hanno festeggiato domenica il 78esimo anniversario della nascita dell'ex leader Kim Jong Il, scomparso nel 2011. Una cerimonia che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, molte delle quali indossavano mascherine protettive. Pyongyang non ha ancora segnalato casi di contagio del nuovo coronavirus, ma ha adottato misure restrittive, limitando tutti i viaggi in entrata e in uscita dal Paese e monitorando costantemente la popolazione.

AP Photo/Cha Song Ho
Nordcoreani celebrano l'anniversario di Kim Jong Il, a PyongyangAP Photo/Cha Song Ho
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