Dove va tutta la plastica italiana? Ecco la rotta tracciata da Greenpeace

È solo la punta dell'iceberg. Rigorosamente di plastica
Nei primi nove mesi del 2019 più di 1.300 tonnellate di rifiuti in plastica sono stati spediti illegalmente dall’Italia in Malesia.
È l'esito dell'inchiesta di Greenpeace Italia fatta in collaborazione con il governo malese.
Come è possibile che la Malesia sia diventata una delle principale discariche per i rifiuti occidentali, in particolar modo dei rifiuti di bassa qualità e di difficile riciclo.
I primi dubbi vengono a Greenpeace all'indomani della chiusura cinese all'import della plastica nel 2018. L'Occidente deve trovare nuove destinazioni, intuiscono i dirigenti della Ong, devono trovare nuove rotte. Quella del Sud est asiatico resta sempre una rotta battutissima, la Malesia assurge a destinazione privilegiata.
Perché. Greenpeace lavora in collaborazione con le autorità governative e riesce a avere la lista delle discariche che hanno l'abilitazione per ricevere la plastica dai paesi occidentali.
"Detto in altre parole -ci conferma Giuseppe Ungherese di Greenpeace - devono avere i requisiti richiesti dall'Unione europea per trattare questo tipo di rifiuti".
Nella maggiorparte dei casi non è così; i rifiuti saranno destinati a finire ai margini di zone abitate, aree boschive e nella migliore delle ipotesi verranno bruciati.
Questi traffici sono vere e proprie transazioni, remunerative per le aziende coinvolte: Greenpeace ha stimato un giro d'affari di circa un milione di euro per il 2019.
Prima del 2018 l'Unione europea esportava il 50% della plastica in Cina, cosa che permetteva alle industrie europee di non dover fare i conti con i propri rifiuti.
Nel 2018, in Cina è entrato in vigore il programma National sword.
Ecco come l'Italia ha diversificato la propria esportazione di plastica nel 2019, inseguito alla decisione cinese di chiudere le frontiere alla plastica, e più precisamente a 24 tipi di rifiuti in plastica per ragioni igieniche sanitarie.
Le discariche abusive malesi, come anche quelle in Indonesia, altra destinazione sono gestite spesso da uomini dalle mafie asiatiche.
In tutti i casi di abusivismo si nota che le discariche usano soluzioni di smaltimento decisamente inquinanti, tra le altre quella di bruciare i rifiuti a cielo aperto.