L'isola di Lesbo scoppia di migranti e per la tensione

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Di Stefania De Michele
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Le autorità regionali chiedono il trasferimento dei profughi dalle isole

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Quasi un confino: in migliaia sull'isola di Lesbo in attesa che le procedure per le richieste d'asilo vengano espletate. Una situazione esplosiva che ha innescato la protesta dei migranti, stipati nel sovraffollato campo profughi di Moria e che ha generato il malessere dei residenti. Da una parte le deprivate condizioni di vita dei profughi, dall'altro la rabbia delle comunità locali. Le autorità regionali chiedono l'intervento del governo centrale.

Kostas Moutzouris, governatore regionale dell'Egeo settentrionale, fa l'elenco delle cose da cambiare: "In primo luogo, i migranti dovrebbero essere trasferiti dalle isole. Poi, tutte le Ong devono essere controllate e convalidate. Terzo, l'ospedale di Mitilene ha bisogno di più medici. Solo l'anno scorso abbiamo avuto circa 13.000 migranti che hanno chiesto asssistenza medica. Gli ospedali hanno bisogno di più personale".

Il governatore regionale dell'Egeo settentrionale ha chiesto al governo di dichiarare lo stato di emergenza nelle isole. Kostas Moutzouris teme che le tensioni sociali possano degenerare. Dal canto suo, Atene non sembra ancora voler accogliere l'istanza. Dopo i disordini di lunedì, che la Polizia ha affrontato con l'uso di gas lacrimogeni e granate stordenti, sono oltre 25 gli arresti tra i manifestanti. Il campo di Moria può ospitare circa 3000 migranti, ma al momento più di 20.000 persone cercano di sopravvivere sull'isola di confino.

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