La quarantena dei francesi sulla costa mediterranea

La loro storia sembra la sceneggiatura di un film: la quarantena ai tempi del coronavirus. Si trovavano in Cina e probabilmente tutto credevano tranne che si sarebbero ritrovati in un centro vacanze per due settimane insieme a decine di sconosciuti. Chissà tra di loro quali discorsi, giochi, storie... Parliamo dei 180 francesi rimpatriati venerdì da Whuan e che ora si trovano confinati a Carry-le-Rouet. Sono tutti in buone condizioni di salute, solo due di loro sono stati ricoverati ma si trattava di normale influenza, non possono uscire dal centro vacanze ma hanno comunque scompigliato la vita del villaggio. All'inizio tra i residenti, inutile dirlo, correva la paura del contagio, ma ora, come raccontano loro stessi, i timori si sono dissipati.
Arrivato un secondo aereo con 250 rimpatriati
Questa domenica pomeriggio un secondo aereo proveniente dalla Cina è atterrato in una base militare vicino Marsiglia per rimpatriare altri europei, non solo francesi: si tratta di 250 persone di 30 diverse nazionalità. Molti di loro saranno ospitati in una vicina scuola dei vigili del fuoco. Tra loro cittadini del Belgio, dei Paesi Bassi, della Repubblica Ceca e della Slovacchia.
Il sindaco di Carry-le-Rouet Jean Montagnac, ci tiene a tranquillizzare tutti: "Ho avuto tutte le istruzioni e mi hanno completamente rassicurato. Inoltre le persone in quarantena sono interpellate due volte al giorno dai medici per capire se sono sorti sintomi riferibili in qualche modo al coronavirus".
Durante la quarantena i cittadini francesi evacuati dalla Cina non sono autorizzati a lasciare il campo di villeggiatura, tenuto sotto scorta armata; possono passeggiare dentro al centro ma devono sempre indossare maschere mediche.