L'Italia e i ritardi cronici nei pagamenti alle imprese: condanna dall'Europa

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Di Sergio Cantone
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Italia condannata dalla Corte europea per l'eccessivo ritado nei pagamenti alle imprese

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Un aiuto europeo alle imprese che operano in Italia. La corte di giustizia di Lussemburgo condanna lo stato italiano per i ritardi della sua pubblica amministrazione nel pagamento delle imprese fornitrici. Il collegio giudicante dei ventisette ha affermato il principio che la struttura burocratica deve saldare le imprese private creditrici, entro un termine oscillante tra i trenta e i sessanta giorni.

Non oltre. Secondo la corte, l’Italia ha violato la direttiva europea “contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali”.

La situazione è migliorata grazie alla legislazione europea e senza il verdetto noi da soli molto difficilmente avremmo ottenuto quel risultato
Cesare Fumagalli
Segretario Generale Confartigianato

La Commissione europea era stata sollecitata da imprenditori italiani e associazioni di categoria. E la sua risposta è arrivata nella forma di una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano per violazione della legislazione europea.

La corte ha poi respinto tutte le eccezioni opposte dall'avvocatura italiana.

Stando ai calcoli di Confartigianato il momento peggiore è stato il 2015, giungendo ai 100 miliardi di volume complessivo di impagati. Poi grazie all’effetto persuasivo della normativa europea, lo Stato italiano ha ridotto l’ammontare a 50 miliardi,

Ancora non sufficiente. Tanto che la corte ha condannato l’Italia, paese moroso verso le proprie imprese ben al di sopra della media europea. Infatti l’ammonatre del debito è pari al 3% del Pil italiano, contro l’1,6% della media europea.

L’italia rischia un’ammenda miliardaria verso l’Ue, come prevedono le procedure d’infrazione seguite da condanne della corte di giustizia delle comunità europee.

Potrà patteggiare o negoziare una scadenza per adeguarsi alla normativa, evitando così l’esborso di soldi dei contribuenti.

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