Allarme mafie. "L'Ue rilanci la sfida"

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A Euronews il professor Ernesto Savona, direttore di Transcrime, parla del ruolo che l'Unione potrebbe giocare nel contrasto al crimine

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Solo la ndrangheta, la criminalità organizzata calabrese, muove ogni anno più di 52 miliardi di euro: il 3,4 per cento del Prodotto interno lordo. Sempre più ricche e potenti, dunque le mafie italiane restano sottovalutate da istituzioni e opinione pubblica, come spiega a Euronews Ernesto Savona, direttore di Transcrime-Universitá Cattolica. Qui sotto l'intervista integrale: 

Top Ten criminale

Startinfinance.com, un sito della Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma, pubblica una lista delle principali associazioni del crimine organizzato a livello globale, e il rispettivo volume d'affari stimato:

1° – Yakuza: 80 miliardi annui (Giappone)

2° – Solntsevskaya Bratva: 70 miliardi annui (Russia)
3° – Ndrangheta 60 miliardi annui (Italia)
4° – Camorra: 12 miliardi annui (Italia)
5° – Sinaloa: 10 miliardi annui (Messico)
6° – Le Triadi: 7.5 miliardi annui (Cina)
7° – MS-13 (San Salvador)
8° – D Company (India)
9° – Cosa Nostra (Italia)
10° – Hells Angels (USA)

(Per leggere integralmente l'articolo di Luigi Logrieco: Le più grandi organizzazioni criminali per “fatturato”)

Le mafie, queste sconosciute

Sebbene siano diffuse sui cinque continenti - o forse proprio per questo - le mafie italiane fondano la propria forza su un capillare controllo del territorio. Il "capitale sociale" delle organizzazioni criminali dunque deriva in primo luogo dall'esercizio del potere in sede locale, dalla capacità di condizionamento dell'economia e della politica. E tuttavia proprio questa capacità di radicamento, proiettata sulle figure dei criminali italiani emograti, costituisce le basi di una "mafia globalizzata". Sulla ndrangheta, sul suo "capitale sociale" e sulla sua capacitâ di riproduzione, il sociologo Rocco Sciarrone ha pubblicato un saggio che si può rileggere sul sito Quaderni di sociologia.

Libera a Bruxelles

Ad aprile, don Luigi Ciotti, fondatore e leader di Libera, è stato a Bruxelles per illustrare alle istituzioni europee le proposte legislative elaborate dalle associazioni antimafia italiane. Secondo stime diffuse da Libera, a livello europeo le mafie potrebbero contare su affari per 110 miliardi di euro l’anno, 1% del Pil dell'Ue. Di omogeneizzazione delle politiche di contrasto al crimine si occupa anche il Consiglio dell'Unione europea: ultima iniziativa congliunta risale a marzo scorso.

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