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La scure di Europol sulla propaganda jihadista

La scure di Europol sulla propaganda jihadista
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Di Diego Giuliani
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Siti oscurati, account cancellati, server bloccati: la lotta al terrorismo corre anche sul web. Oltre 25.000, fra post propagandistici e video inneggianti alla jihad, i contenuti di cui Europol ha ordinato la rimozione. Piattaforma preferita dai sostenitori dell'ISIS: la chat Telegram

Siti oscurati, account cancellati, server bloccati: la lotta al terrorismo corre anche sul web. Oltre 25.000, tra post propagandistici e video inneggianti alla jihad, i contenuti di cui Europol ha ordinato la rimozione solo negli ultimi giorni. I dettagli dell'operazione in questo comunicato stampa: 12 paesi e 9 provider coinvolti, a condurla sono stati gli uffici dell'antiterrorismo belga, affiancati dalla Procura federale belga e dalla polizia delle Fiandre orientali.

Il Tweet con cui Europol ha fornito il bilancio dell'operazione

"L'offensiva jihadista corre anche sul web"

"Oltre alle azioni militari sul campo in Siria e in Iraq e agli attacchi sul territorio europeo - ha detto il portavoce della Procura federale belga, Eric Van der Sypt - il sedicente Stato Islamico conduce anche un'imponente offensiva sul web, nella forma di una propaganda coordinata dal suo network". 

Photo Reuters
Il procuratore federale belga Eric Van der Sypt Photo Reuters

Telegram la piattaforma preferita dalla propaganda jihadista

Piattaforma regina per la propaganda jihadista, la chat criptata Telegram che - al pari di giganti come Google, Twitter e Instagram - ha cooperato con autorità belghe e di altri 10 paesi. Salutata da Europol come "colpo senza precedenti", l'operazione ha portato anche all'arresto di una delle sospette menti della strategia comunicativa dell'ISIS. Sempre Europol specifica poi che proprio con Telegram collaborava da un anno e mezzo per smantellare la rete propagandistica jihadista.

"Instagram è la piattaforma che ha ricevuto più richieste di rimozioni", twitta Europol nella sua sintesi
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