Massima allerta nella città dove due cittadini hanno perso la vita. Ingenti danni anche al patrimonio artistico
Ancora una volta la città dei Dogi, annoverata con la sua laguna tra i siti Unesco, si è svegliata sott'acqua.
Ieri notte il picco dell'alta marea, sferzata da raffiche di vento a cento chilometri orari, ha toccato la soglia dei 187 centimetri. Peggio è stato solo nel 1966, quando i centimetri furono 190. Gondole e barche sono state strappate dagli ormeggi, tre vaporetti sono affondati, altre imbarcazioni sono andate alla deriva.
Si contano anche due vittime, nell'isola di Pellestrina: un uomo di 78 anni, rimasto fulminato mentre cercava di far ripartire le elettropompe nella sua casa allagata, e un altro residente nell'isola, trovato morto per un malore nella sua abitazione. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha chiesto lo stato di calamità naturale e la ripresa dei lavori del MOSE, il sistema di barriere mobili contro le acque alte, i cui lavori sono iniziati nel 2003 e non sono mai stati terminati, nonostante l'opera sia costata sino ad oggi più di 7 miliardi. Sul posto si attendono nelle prossime ore la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli e il Presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Nel frattempo, la stima dei danni è già altissima, nell'ordine di centinaia di milioni, afferma Brugnaro. La basilica di San Marco è allagata, con la cripta sotto il presbiterio sommersa, e la marea non ha risparmiato neanche le aree di servizio del Teatro La Fenice, dove l'acqua ha mandato fuori servizio il sistema elettrico e anti incendio. A Cà Pesaro, infine, è divampato il fuoco a causa di una cabina elettrica danneggiata.
L'allerta sulla città è massima, e il Ministero per i Beni Culturali ha attivato l'unità di crisi per la verifica e la messa in sicurezza del patrimonio culturale della città.