Libano: attesa per il discorso di Hariri, le riforme basteranno a placare le proteste?

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Di Euronews
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In serata il premier annuncierà in diretta tv il pacchetto di misure concordate con gli alleati di governo per fare fronte alle proteste di massa

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In Libano scade oggi l'ultimatum di 72 ore di Saad Hariri. Attorno alle 18 - le 17 in Italia - il primo ministro annuncerà in diretta tv il pacchetto di riforme concordato dalla coalizione di governo per fronteggiare la crisi economica e politica alla base delle proteste di massa degli ultimi giorni.

Le nuove misure però potrebbero non bastare a placare la rabbia dei libanesi, che da cinque giorni protestano soprattutto contro la corruzione dilagante che ha portato il paese al collasso.

Anche ieri erano decine di migliaia le persone in piazza nella capitale Beirut, mentre oggi scuole, università, banche e diverse istituzioni locali e centrali sono rimaste chiuse in attesa del discorso del premier. 

"Resteremo nelle strade perché le riforme non ci bastano - dicono i manifestanti -. Vogliamo le dimissioni del governo, elezioni anticipate e la condanna di tutti quelli che hanno rubato allo Stato."

Al momento perà Hariri non sembra avere alcuna intenzione di dimettersi. Stando ai media locali il pacchetto di riforme include una riduzione del 50 per cento degli stipendi dei ministri, un tetto salariale per giudici e funzionari governativi, l'applicazione di una tassa del 25 percento su banche e compagnie assicurative e il blocco dei tagli alle pensioni degli esponenti dell'esercito e delle forze di sicurezza.

Prevista anche la cancellazione di diversi ministeri e il taglio drastico ai fondi per i "consigli di sviluppo" creati dopo la guerra di civile (1975-90), diventati negli anni strumenti di rafforzamento del sistema clientelare.

Il sistema politico libanese si fonda sull'equilibrio tra i principali gruppi religiosi del paese. Le manifestazioni in corso sono riuscite ad unire persone appartenenti a religioni e classi sociali diverse.

Le proteste di massa sono cominciate giovedì, quando il governo ha annunciato l'intenzione di introdurre una tassa su WhatsApp. Si è trattato della classica goccia che fa traboccare il vaso, quasi un pretesto, perché la gente è rimasta in strada anche dopo il ritiro della proposta di legge.

Con l'impennata del debito pubblico il governo ha provato ad attuare una serie di riforme economiche per assicurarsi un pacchetto di aiuti di 11 miliardi di dollari da parte dei donatori internazionali. Alcuni analisti prevedono che, senza queste riforme, il debito del Libano possa superare il 150% del pil entro la fine dell'anno.

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