Accordo raggiunto per la redistribuzione in cinque Paesi. Un meccanismo che potrebbe diventare automatico se l'intesa raggiunta ieri a Malta vedrà l'adesione degli altri Stati europei
Nel Porto di Messina i migranti salvati dalla nave Ocean Viking toccano terra dopo una settimana. Una donna con un bambino sbarcano per primi, accolti dalla Croce Rossa. Poi toccherà agli altri 180 profughi recuperati dalla nave delle ong Medici senza frontiere e Sos Mediterranée in tre distinte operazioni, al largo della Libia. I migranti saranno poi accompagnati nell'hotspot di Bisconte. La decisione di indicare Messina come porto sicuro è stata presa dal Viminale dopo che la Commissione europea ha raggiunto un accordo sulla redistribuzione dei migranti in cinque paesi dell'Ue.
Cosa cambia dopo il vertice di Malta
Uno schema che potrebbe diventare automatico, se la bozza d'intesa raggiunta a La Valletta da cinque Stati - Italia, Germania, Francia, Malta e Finlandia (presidente di turno del Consiglio europeo) verrà condivisa dagli altri Paesi europei al prossimo summit dei capi di Stato e di governo, l'8 ottobre. L'accordo è un primo passo per superare il contestato Regolamento di Dublino - quello che impone di fare richiesta di asilo nel Paese di sbarco. Con il nuovo sistema ci sarà una rotazione dei porti di approdo per le navi delle ong, su base volontaria, e saranno le nazioni di arrivo a farsi carico delle domande di protezione umanitaria.
Ora i cinque ministri dell'Interno firmatari sperano di convincere il maggior numero di Stati a condividere l'intesa, per alleviare il peso sulle nazioni affacciate sul Mediterraneo, che comunque continueranno a dover far fronte - da sole - al fenomeno degli sbarchi fantasma.