Tiepida la reazione di Trump: "Non ci servono mediatori, se l'Iran vuole sa chi chiamare"
Ad appena una manciata di ore dalla dichiarazione congiunta con cui la Francia, la Gran Bretagna e la Germania si sono schierate con gli Stati Uniti, incolpando l'Iran per gli attacchi alle raffinerie saudite, il presidente francese Emmanuel Macron ha incontrato il leader iraniano Hassan Rouhani, a New York, dove entrambi si trovano per l'assemblea generale dell'Onu. Un faccia a faccia in cui Macron è tornato a fare la parte da mediatore, dopo un incontro analogo al G7 di Biarritz, per spingere Teheran al rispetto dell'accordo sul nucleare del 2015.
Sull'iniziativa il presidente americano Donald Trump, che da quell'accordo si è ritirato, reagisce tiepidamente: "L'Iran ha intenzione di fare qualcosa e non penso ci serva un mediatore - ha detto, sollecitato dai giornalisti in conferenza stampa - La Francia è nostra amica, ma se Teheran si decide sa bene chi chiamare".
L'Iran aveva annunciato a sua volta il disimpegno dall'intesa, accusando le altre potenze di non rispettarla.
Sulla questione è intervenuto anche il primo ministro britannico, Boris Johnson: "Qualunque sia l'obiezione alla vecchia intesa - ha dichiarato - è il momento di fare un passo avanti e stringerne una nuova", ha detto. Ma l'Iran a sua volta ha già escluso l'ipotesi di rimettersi al tavolo: un accordo c'è già, ed è quello che va rispettato, sostiene Teheran.
Per approfondire:
Cosa prevede il Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), l'intesa raggiunta nel 2015.