Nella città-Stato undicesimo weekend di proteste mentre Pechino si irrigidisce sempre di più, si teme una dura repressione
È iniziato con un corteo dei professori sotto la pioggia un nuovo weekend di proteste ad Hong Kong dove da 11 settimane il popolo chiede maggiore indipendenza dalla Cina e più democrazia.
In piazza con i nastri bianchi gli insegnanti manifestano pacificamente mentre aumentano le paure che la repressione cinese possa essere peggiore di quanto si sia visto finora.
Ip Kin-yuen, vicepresidente dell'Associazione degli insegnanti di Hong Kong denuncia che: "I manifestanti vengono picchiati, feriti e anche arrestati dal governo. Siamo molto preoccupati per quello che sta accadendo e per il possibile impatto su di loro nel lungo periodo".
Tante le critiche al governo: "Mi arrabbio sempre di più con il governo. Non hanno detto nulla per risolvere il problema, si ritirano e gettano benzina sul fuoco. E non vedono i nostri giovani, sono feriti, sono in prima linea con tanta violenza contro di loro da parte della polizia. E l'esecutivo, in particolare Carrie Lam, non ha detto nulla al riguardo".
Proprio verso gli uffici della governatrice di Hong Kong Carrie Lam si è diretto il corteo mentre per la prima volta una contromanifestazione cinese, quasi mezzo milione di persone secondo Pechino, si teneva poco lontano e mentre centinaia di soldati del celeste impero arrivati da Shenzhen, sorvegliavano i manifestanti e si teme possa succedere il peggio.
L'Unione Europea con la rappresentante per la politica estera Federica Mogherini ha lanciato un appello a un dialogo "ampio ed inclusivo" tra le parti; "è fondamentale esercitare moderazione, respingere la violenza e adottare misure urgenti per disinnescare la situazione", ha aggiunto.