L'Iran alza la voce: "missione navale europea nel Golfo è provocatoria"

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Di Debora Gandini
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Teheran: Lo schieramento di una missione navale europea nel Golfo Persico è una "provocazione"

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Cresce la tensione nel Golfo Persico. Ad innalzare i toni la dichiarazione dell'Iran che ha definito "provocatoria" la proposta britannica per una missione navale a guida europea per scortare petroliere. Una richiesta arrivata dall'ex cancelliere britannico dopo che l'Iran aveva sequestrato una nave cisterna con una bandiera del Regno Unito nello stretto di Hormuz.

Per il portavoce del governo iraniano Ali Rabiei. si tratta di un atto di "pirateria marittima" il sequestro della nave Grace I, carica di greggio iraniano, attuato dalla Marina britannica a Gibilterra. “Londra e Washington vogliono solo portare la loro flotta da guerra, ha sottolineato Ali Rabiei, senza pensare che queste azioni trasmetteranno solo un "messaggio ostile" , alimentando le tensioni regionali.

Presto riavviato reattore di Arak

Ad gettare fuoco sul fuoco anche l’annuncio del capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, Ali Akbar Salehi, che ha fatto sapere che l’Iran riprenderà le attività del reattore nucleare di acqua pesante di Arak, proseguendo nel graduale disimpegno dal trattato firmato nel 2015. Nell’impianto si può ricavare plutonio, materiale fissile utilizzato nella costruzione di armi nucleari.

Nel maggio scorso, un anno dopo l'uscita degli Usa dall'accordo sul nucleare, l'Iran aveva annunciato che avrebbe gradualmente superato alcuni dei limiti imposti alle sue attività dalla stessa intesa se nel frattempo gli altri Paesi firmatari (Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) non avessero messo in atto iniziative concrete. Ovvero aiuti alla Repubblica islamica a far fronte alle pesantissime sanzioni imposte da Washington.

Da una parte il braccio di ferro tra Donald Trump e Hassan Rouhani, dall’altra l'Unione europea che aveva esortao il Paese a "cessare" tutte le attività di arricchimento dell'uranio contrarie agli impegni assunti. Nel mezzo Teheran che insiste sulla natura "pacifica" del suo programma e la Cina che denuncia il "bullismo" degli Stati Uniti e lo ritiene causa dell'attuale crisi.

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