Venezuela: fra finto dialogo e arresti

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Di Alberto De Filippis
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Situazione di stallo diplomatico mentre la comunità internazionale guarda da un'altra parte

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Il chavismo usa il bastone e la carota in Venezuela. Da un lato Nicolas Maduro afferma di voler discutere con l'opposizione, dall'altro i colloqui alle Barbados con la delegazione del presidente costituzionale non procedono, vengono anzi arrestati sempre più stretti collaboratori di Juan Guaidò, in queste ore due guardie del corpo, come lui stesso racconta durante un comizio: "Ieri sono state sequestrate due persone che lavorano con me e casualmente diranno che erano in possesso di armi".

Accuse che il vicepresidente chavista Jorge Rodriguez rilanciava in diretta televisiva: "Queste persone hanno rubato armi dell'esercito e pensavano rivenderle per 35.000 dollari e il signor Juan Guaidò si è persino autodenunciato in un tweet".

Le accuse contro Guaido

Malgrado le accuse che l'Onu, attraverso l'alto commissario per i diritti umani Michelle Bachelet, ha rivolto all'esecutivo venezuelano dunque, poco o nulla sembra muoversi, mentre la comunità internazionale guarda altrove.

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