Lo stallo della crisi politica, economica, sociale del Venezuela sembra un tunnel senza fine. All'Angelus di domenica la "neutralità positiva "del Papa potrebbe schiudere un vero messaggio di speranza?
Alle 20mila persone presenti in piazza San Pietro per la recita della preghiera mariana, Francesco ha commentato l’odierno passo del Vangelo sul buon samaritano e ha evocato le sofferenze del Venezuela.
Papa Francesco :"Ancora una volta desidero esprimere la mia vicinanza all'amato popolo venezuelano, particolarmente provato per il perdurare della crisi. Preghiamo il Signore di ispirare e illuminare le parti in causa, affinché possano quanto prima arrivare a un accordo che ponga fine alle sofferenze della gente per il bene del Paese e dell'intera regione".
Una neutralità positiva
Non cambia quindi la neutralità del Papa che però non sarebbe uno stare alla finestra. Francesco aveva detto che spetta alle parti in causa fare la prima mossa, e solo allora Roma potrà fare la sua parte.
Una crisi grave sempre in stallo
La povertà, la miseria causate dalla crisi politica, economica e sociale sono stupefacenti in Venezuela. Bambini, adulti, anziani, sono prostrati nel fisico e nel morale. Secondo molti osservatori il Venezuela è nelle condizioni della Siria anche se non ha scontato una guerra.
Il risultato di politiche dissenate e ingerenze internazionali
Un paese che è vittima di scelte populiste dissennate e di speculazioni e ingerenze internazionali. Quando nel 1999 Hugo Chavez ottene il potere il paese era fra i più ricchi dell'America Latina ma puntare tutto sul petrolio è stato un errore fatale.
I due contendenti
Lo scontro di piazza oggi si consuma come un sanguinoso stallo senza fine fra il presidente Nicolas Maduro, erede di Chavez, e l'antagonista Juan Guaidó che esprime larga parte della profonda sofferenza popolare. Il Venezuela è in preda a una usura letale e non è chiaro quando uscirà veramente dal tunnel.