Una spy story sul sostegno di Mosca al regime chavista
Nell'epoca del postmoderno questa storia sul Venezuela inizia in Russia. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, smentisce che la Russia avrebbe richiamato tutto il proprio personale presente in Venezuela. Da sempre Vladimir Putin è vicino al contestato omologo caribico Nicolas Maduro. Peskov smentisce un tweet del presidente Donald Turmp che confermerebbe notizie uscite su vari giornali.
Trump afferma che avrebbe ricevuto da sue fonti la conferma di questo ritiro russo, ma già domenica il Wall Street Journal aveva pubblicato un articolo in cui affermava che Mosca, stanca di sostenere il regime chavista, avrebbe deciso di ridurre il numero di consulenti militari e soprattutto il contingente di Rostec.
Rostec è una holding controllata dallo stato, che si occupa di ricostruzione, ma anche di difesa. Notizie mai smentite affermano che consulenti militari sarebbero a Caracas per aiutare Maduro soprattutto contro l'opposizione.
Un piano che finora starebbe funzionnando visto che, ad esempio, anche i soldati venezuelani che disertano e che vorrebbero passare nelle file dell'opposizione, sono abbandonati a sé stessi. Sarebbero varie centinaia e né l'Onu, né il governo colombiano o l'opposizione venezuelana sapevano cosa fare con loro, almeno fino al mese scorso quando queste persone sono passate sotto la responsabilità dell'agenzia Onu per i rifugiati.
Quello che però questi ex soldati chavisti affermano è la presenza sempre più intrusiva di personale russo e cubano. A dimostrare che quello venezuelano non è solo un dramma nazionale, ma un problema globale.