Parte la repressione in Sudan: 9 morti nello sgombero di un sit in

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Diritti d'autore REUTERS/Stringer/FILE PHOTO
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Di Antonio Michele Storto
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I manifestanti chiedevano una transizione del potere in mano civile, dopo il golpe di aprile: a sgomberarli sarebbero stati i paramilitari di Mohamed Hamdan Dagolo, già responsabile di massacri in Darfur

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Almeno 9 persone sono morte in **Sudan, dove le forze di sicurezza hanno sgomberato con violenza un sit in che da settimane andava avanti nella capitale Khartoum**, di fronte alla sede del ministero della Difesa.

I manifestanti, coordinati dall'Associazione professionisti sudanesi, chiedevano una rapida transizione verso un governo civile, dopo il golpe militare che ad aprile - nel mezzo di un' ondata di proteste senza precedenti - ha deposto il sanguinario dittatore Omar al Bashir.

I paramilitari - che secondo i testimoni farebbero parte delle Forze di supporto rapido di Mohamed Hamdan Dagolo, uomo forte del Consiglio di transizione, già responsabile di massacri nel conflitto del Darfur **-**hanno attaccato il sit-in alle prime luci dell'alba, a centinaia, lanciando lacrimogeni, incendiando tende e brande e sparando sulla folla per stroncare sul nascere ogni resistenza.

Secondo l'associazione dei professionisti sudanesi - che ha lanciato un appello alla società civile perché erigesse barricate per impedire i movimenti dei militari, pur senza ricorrere alla violenza - alle 11 ora italiana l'assalto era ancora in corso ed era ormai degenerato in un vero e proprio massacro. Nelle stesse ore, analoghe operazioni sono state lanciate contro i manifestanti di Port Sudan, Gedarif,Damazin, Sinnar e diverse altre città.

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