Ancora proteste a Istanbul dove si rivota per il sindaco. I rivali di Erdogan: è una dittatura
"La Turchia è laica”. “Erdogan dittatore”. “Vogliamo la libertà”. Una protesta che sta assumendo torni sempre più forti quella a Istanbul. Centinaia di persone sono scese di nuovo in strada a per manifestare contro la decisione del Consiglio elettorale supremo di far ripetere il voto dello scorso marzo per le amministrative in cui il candidato repubblicano Ekrem Imamoglu aveva sconfitto per un soffio il fedelissimo del presidente, ovvero Binali Yildirim.
"Noi non ci arrenderemo - dice questa manifestante. Noon abbiamo paura e quindi non staremo fermi in silenzio, faremo tutto ciò che dovremo fare. Ci possono attaccare quanto vogliono, rubare tutto ciò che abbiamo, ma noi continueremo a protestare.”
Se una buona parte dell’elettorato è deluso dall’ultimo colpo di scena di Erdogan, il Sultano non cede. Tutto adesso è rimandato al nuovo voto di domenica 23 giugno. Il partito di Erdogan ha denunciato illegalità durante il voto, ribadendo che il ritorno alle urne è un "passo importante per rafforzare la democrazia nel Paese. Una democrazia che, secondo molti turchi, sta però mostrando segni di cedimento.