Manfred Weber, "Europa di ponti e non di muri". Intervista al candidato Ppe alla Commissione

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Diritti d'autore REUTERS/Costas Baltas
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Rilancio degli investimenti e del commercio nel programma del candidato dei Popolari, che condanna gli estremismi e gli egoismi nazionali, "di destra e di sinistra"

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Parte dalla Grecia la corsa di Manfred Weber alla Presidenza della Commissione europea. Il deputato tedesco, leader dei cristiano-sociali bavaresi e dal 2014 del Partito Popolare, punta a raccogliere il testimone di Jean-Claude Juncker, suo collega a Strasburgo nelle file del centrodestra.

Con Euronews, in una regione particolarmente toccata dalla crisi, ha parlato del suo programma, incentrato soprattutto su investimenti e crescita.

Nuovo impulso da investimenti pubblici e privati

"Nessuno dovrebbe essere costretto a lasciare il suo Paese per ragioni economiche - dice - A tutti i cittadini europei devono essere garantite uguali condizioni di vita. Investimenti pubblici e privati per dare slancio allo sviluppo economico europeo.

E ci serve il commercio. L'Europa è un continente dominato dagli scambi. Abbiamo ottime relazioni. Donald Trump sta alzando muri, non solo per tenere fuori i migranti ma anche i partner commerciali. Noi come europei e io come esponente del Partito Popolare voglio costruire ponti, mantenere buone relazioni con il resto del mondo perché questo è essenziale per la crescita".

Salvini e Orban, qualche contraddizione?

Interpellato sulle posizioni controverse di alcuni partiti nazionali, che fanno parte della famiglia del Ppe, Weber risponde: "Siamo insieme come europei, possiamo godere di un'Europa aperta. Abbiamo ancora tanti problemi, non c'è dubbio, ma siamo uniti e insieme siamo più forti. Questa è la nostra Europa e la difenderemo, contro gli egoismi e i nazionalismi, di destra e di sinistra. Ci sono anche estremisti di sinistra.

Quello che intendo fare è contrastare chi dice: torniamo ai singoli Stati, torniamo ai nostri egoismi. Perché questo non creerà nessun futuro.

"La Turchia non farà mai parte dell'Unione europea"

"Sulla Turchia credo in una cooperazione rafforzata - conclude il candidato del Ppe - come avvenuto ad esempio con il trattato sull'immigrazione con l'Unione Europea. Dobbiamo estendere questi rapporti anche alla dimensione economica, alla cultura, agli scambi tra studenti. Vogliamo relazioni solide con la Turchia ma penso che, onestamente, il Paese non possa diventare uno Stato membro dell'Unione europea".

Secondo gli ultimi sondaggi sulle europee di fine maggio, i Popolari dovrebbero mantenere la maggioranza di seggi in Parlamento. Questo apre la strada a una continuità nella guida della Commissione europea.

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